Cartella clinica online: i vantaggi superano potenziali rischi per la privacy

Una nuova indagine a cura di Accenture evidenzia che in Italia, la maggioranza delle persone affette da patologie croniche ritiene che i vantaggi di poter accedere alla propria cartella clinica online, superano i potenziali rischi dell’invasione della privacy

La maggioranza (83%) delle persone affette da malattie croniche in Italia ritiene che i pazienti dovrebbero avere il diritto di accedere a tutte le loro informazioni sanitarie, e quasi due terzi (65%) ritiene che avere accesso alle cartelle cliniche on-line, supera i potenziali rischi per la privacy. E’ quanto emerge da una nuova ricerca di Accenture condotta in 10 paesi, tra cui l’Italia.

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In Italia, Accenture ha intervistato 1.012 individui, di cui 506 sani e 506 affetti da differenti patologie croniche (nello specifico: asma, artrite, cancro, Bronco pneumopatia cronica ostruttiva – BPCO, depressione, diabete, malattie cardiache, ipertensione, obesità clinicamente diagnosticata, osteoporosi e ictus) ed è emerso che i pazienti sono meno preoccupati per la privacy della loro cartella clinica elettronica (45%) rispetto a quella relativa ad altre informazioni personali che hanno salvato elettronicamente: come l’online banking (62%), l’utilizzo della carta di credito per acquisti nei punti vendita (54%) e lo shopping online (51%).

Nonostante gli intervistati desiderino avere accesso alla propria cartella clinica on-line, circa la metà (53%) delle persone con patologie croniche ha affermato che il maggiore ostacolo per accedere ai loro documenti è di non sapere come poterlo fare.

Oltre a voler accedere ai dati medici, la stragrande maggioranza (90%) dei consumatori vuole avere il controllo anche i propri dati sanitari (riguardanti il completo status di salute), ma più della metà (59%) ritiene di non avere attualmente molto controllo su queste informazioni, rispetto a una media complessiva del 43% degli altri paesi oggetto della ricerca.

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L’indagine ha anche dimostrato che, a seconda del tipo di malattia, ci sono differenze nella capacità di una persona di poter esercitare un certo livello di controllo sui propri dati sanitari.
Ad esempio, il 78% dei malati di cancro ha riferito di avere un livello di controllo maggiore, rispetto al 53% delle persone con malattie polmonari progressive (BPCO).

In Italia, l’aumento dei pazienti cronici rimane un aspetto di crescente preoccupazione. I risultati della ricerca mostrano tuttavia che questi individui sono attivamente coinvolti nella maggior parte delle fasi di cura: compresa la diagnosi medica (88%), la gestione del trattamento (88%) e il mantenimento quotidiano della propria salute (75%).

[blockquote style=”4″]”L’assistenza sanitaria dovrà adattarsi ad una nuova generazione di individui che sta assumendo un ruolo sempre più attivo nella gestione della propria salute e si aspetta di avere trasparenza”, ha detto Paolo Cerza, Responsabile dell’area Health di Accenture in Italia. “Se da un lato i consumatori continuano a chiedere maggiore accessibilità ai  propri dati personali on-line, ci aspettiamo anche che i pazienti otterranno più potere per gestire alcuni aspetti delle loro cure. Questo renderà la sanità non solo più efficace, ma anche più conveniente, in quanto i consumatori che faranno di più per sé stessi, permetteranno al sistema di essere più produttivo”.[/blockquote]