Era solo questione di tempo prima che la inventassero: è la seconda generazione di e-cig, ovvero la sigaretta elettronica che si potrà fumare al ristorante, nei bar,  in tutti i tipi di locale, in pratica ovunque

La novità dovrebbe arrivare in italia il prossimo anno. Si tratta di una sigaretta elettronica che contiene tabacco e che potrà essere fumata liberamente nei luoghi chiusi grazie all’ultima bozza del decreto legislativo sulla tassazione dei tabacchi allo studio del ministero dell’Economia, che sarà con ogni probabilità oggetto di discussione del prossimo Consiglio dei ministri. L’articolo 1 che disciplina i limiti della sigaretta elettronica sostiene che il nuovo prodotto non deve essere considerato come un “prodotto da fumo” ma come un “prodotto da inalazione”.

E-cig sempre al centro di polemiche

Il fumo di e-cig di seconda generazione sarà dunque legittimato dalla legge anche nei locali, a differenza di quanto avviene ora, e sarà affidata alla discrezione del proprietario la decisione di consentirne o meno l’uso.
Dopo la prima canna elettronica prodotta in Olanda, le sigarette elettroniche tornano a far parlare di sé e ad essere al centro di nuove polemiche, dopo quelle  riguardo all’uso delle sigarette elettroniche nei luoghi pubblici, precedentemente vietato ma poi riammesso da un emendamento, mantenendo però il divieto di fumare e-cig nelle scuole. Del resto, che le e-cig abbiano un ruolo determinante nella lotta contro il fumo, che è causa di oltre 40 patologie, è ancora oggetto di dibattito: c’è chi dice che per togliersi il vizio siano meglio di gomme e cerotti, mentre secondo l’Aifa non aiuterebbero a smettere.

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Non c’è combustione nelle nuove e-cig

La tolleranza sulle nuove e-cig è anche dovuta ad un nuovo sistema del dispositivo, che sarebbe «a potenziale rischio ridotto»: il tabacco non verrebbe bruciato ma solo riscaldato, senza che avvenga quindi una vera e propria combustione.

La nuova sigaretta elettronica suona però come un affondo contro quelle che attualmente hanno invaso il mercato, non a caso a produrla sarà la Philip Morris International, che la realizzerà in Italia in provincia di Bologna. Non hanno tardato a farsi sentire le reazioni polemiche di Confindustria Anafe. “Quello che preoccupa – afferma il presidente Massimiliano Mancini – è la totale assenza di trasparenza che c’è dietro certi procedimenti. Con un ruolo pervasivo, che rifugge ogni confronto reale, da parte di burocrazie autoreferenziali”.