Cloud: per Clouditalia +250% rispetto al 2013

La società di Telecomunicazioni e Cloud Computing con sede ad Arezzo ha presentato alcuni dati relativi ai suoi primi due anni di attività in occasione di Digital Venice, il meeting sulle politiche per il digitale promosso dalla Presidenza Italiana del Consiglio Europeo


[blockquote style=”4″]“In un mercato globale chi ha nuove idee non si preoccupa delle norme ma si affida al buonsenso”. [/blockquote]

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Con queste parole Lucio Gamba, Direttore Marketing di Clouditalia Telecomunicazioni ha aperto il suo intervento a Digital Venice, il meeting sulle politiche per il digitale promosso dalla Presidenza Italiana del Consiglio Europeo. Ospite del Workshop “Innovation vs. Regulation. Clash or opportunity?”, organizzato mercoledì dall’Istituto per le Politiche dell’Innovazione e-LEX, Clouditalia ha presentato lo scenario in cui si muove l’Italia Digitale oggi in ambito Cloud e rilasciato alcuni dati aziendali indicativi dello sviluppo del’intero sistema.

Clouditalia, crescita continua

“Clouditalia ha registrato una crescita del +250% per il settore Cloud rispetto allo scorso anno – ha affermato Lucio Gamba – un dato che dà il senso del grande fermento che sta attraversando il nostro Paese in una stagione economica tuttavia non particolarmente fiorente”. Il Cloud è strumento di democratizzazione in quanto concede a tutti, grandi e piccoli player, le stesse opportunità. Ma segue anche delle regole, alcune delle quali rischiano di relegare queste stesse opportunità a un ambito meramente locale, facendo perdendo in competitività l’intero sistema Paese. Le regole servono, dunque, ma fino a un certo punto. E quando un player opera in maniera disruptive ecco che è il buonsenso a prevalere, “poiché i bisogni nascono spesso ben dopo i servizi”.

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Ma chi sono oggi gli utilizzatori di risorse Cloud? Tra regolamentazione e innovazione sono ancora tanti i punti di discussione aperti ma secondo Clouditalia la situazione è in realtà molto positiva.

Clienti Cloud

Clouditalia registra un fatturato composto per il 77% da piccole e medie imprese. Si sfata quindi il mito del Cloud come appannaggio soltanto delle medie-grandi imprese e si svela un mondo costellato di tante PMI alle prese con servizi innovativi e altamente scalabili, popolato in parte (5%) anche dall’avvento delle nuove startup tecnologiche.

Risorse utilizzate

Nell’utilizzo delle risorse Cloud da parte dei clienti si registra una crescita esponenziale di risorse computazionali (CPU, RAM, Disco, Banda) nei primi 6 mesi di adozione. Lo stesso trend si ripete nella loro curva di crescita e sviluppo. Questo dato dimostra come “Cloud porti Cloud”, con un grado di soddisfazione evidentemente così elevato da spingere le aziende a incrementare l’utilizzo di risorse disponibili sulla “nuvola”.

Standard/Ad Hoc

L’approccio all’utilizzo di risorse Cloud oggi resta in grande misura ancora Standard (73% dei clienti), come piattaforme e sistemi operativi, mentre solo il 27% richiede soluzioni personalizzate. Questo può dipendere in parte sia da un approccio inizialmente più cauto all’allocazione di servizi su Cloud (solo per necessità più basic) che dalla particolare offerta delle aziende TLC, basata su sistemi di “appalto” delle infrastrutture Cloud.

Sicurezza

Per quanto riguarda le componenti sulla sicurezza e consistenza del dato, il 75% dei clienti adotta soluzioni per il back-up dei dati, mentre solo la metà ha la stessa preoccupazione in ambito security network. Allo stesso modo, l’adozione di sistemi di continuità nel Disaster Recovery è significativamente più alta nel caso di infrastrutture private. Queste tendenze sottolineano una forte attenzione per la gestione dei dati “in casa”, mentre concede totale fiducia (aprioristicamente) al provider.

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Informazione

Questo, se da una parte dimostra un atteggiamento ottimista verso la tecnologia, può essere sintomo di scarsa informazione sui diritti-doveri del provider nei confronti dei clienti in caso di perdita dei dati. Le norme in materia da conoscere sono numerose e il rischio è quello di perdersi in un dedalo infinito di leggi e leggine, nessuna delle quali, oltretutto, risolutiva.