CyArk, il passato digitale

Scansioni laser 3D e tecnologia avanzata per salvare siti e monumenti nel cyberspazio

Applicare le più moderne tecnologie per salvare i tesori del passato, realizzando fedeli copie digitali tridimensionali in caso gli originali vadano distrutti per calamità naturali, vandalismi o più semplicemente a causa dell’azione del tempo, è un’idea affascinante. CyArk – da “Cyber” e “Archive” – , una non-profit fondata nel 2003 con lo scopo di “garantire che i siti del patrimonio culturale mondiale siano disponibili per le generazioni future, rendendoli accessibili già oggi in modalità uniche”, sembra averci creduto, al punto da costruire un archivio on-line consultabile gratuitamente delle ricostruzioni 3D dei siti stessi.

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Videointervista a Elizabeth Lee, vicepresidente di CyArk

I dati e la documentazione digitale sono a disposizione sia del pubblico generico, sia dei professionisti nel campo dello studio e della conservazione. “Le tecnologie che utilizziamo includono scansioni laser 3D, fotogrammetria – ovvero l’effettuazione di misurazioni a partire da fotografie, uso di droni che sorvolano i siti ma anche tecniche di documentazione più tradizionali”, spiega Elizabeth Lee, vicepresidente di CyArk. I dati realizzati digitalmente vengono utilizzati anche per finalità educative, come progetti nelle scuole, e per iniziative di turismo culturale. L’esperienza virtuale solletica infatti la curiosità del pubblico a visitare realmente i siti, quindi non sostituisce ma al contrario affianca e stimola il business turistico.

Tra gli obiettivi dell’organizzazione vi è poi il trasferimento di conoscenza a istituzioni in loco, attraverso “Technology Center” fondati con la collaborazione di scuole e università.

[blockquote style=”4″]“In questo modo cerchiamo di creare un nesso forte tra cultura e mercato, aiutando a costruire un curriculum dove le skill tecnologiche, come l’utilizzo delle nostre tecniche di rilievo avanzate, si integrano con competenze specifiche per promuovere il patrimonio culturale presso il grande pubblico”.[/blockquote]

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Tra i progetti di CyArk in tutto il mondo vi sono Pompei, la Piazza del Duomo di Pisa, i siti del Monte Rushmore (Usa), dell’Antica Tebe (Egitto), il Partenone (Grecia), Angkor Wat (Cambogia), Chichén Itzá e Teotihuacán (Messico), Rapa Nui (Cile), fino ad arrivare alla Sydney Opera House (Australia).

“Ci siamo dati un arco di tempo di cinque anni per scansionare e conservare digitalmente cinquecento siti del patrimonio culturale mondiale. E’ per noi una grande sfida, e per questo l’abbiamo chiamata CyArk 500 Challenge”. L’organizzazione ha rapporti con soggetti come l’Unesco, il Google Cultural Institute ed altri dedicati alla conservazione dei monumenti storici o dei siti d’importanza globale. “Riunire persone e istituzioni in tutto il mondo intorno al tema della cultura come elemento comune, centrale per capire da dove veniamo e dove vogliamo andare, rendendo questo patrimonio il più accessibile e aperto possibile, è la meta ambiziosa che ci siamo posti”, ha concluso Lee.