E’ l’elevato tasso di infezione da Hiv tra gli omosessuali, 19 volte superiore alla media, ad aver spinto gli esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità a inserire all’interno delle linee guida sull’Hiv l’assunzione di farmaci antiretrovirali come forma di prevenzione per questa categoria.

Gottfried Hirnschall, direttore del dipartimento Hiv dell’Oms, lancia l’allarme parlando di una vera e propria emergenza: “constatiamo una esplosione dell’epidemia in questo gruppo a rischio, soprattutto per un abbassamento della guardia dal punto di vista della prevenzione. Se gli omosessuali seguissero questa profilassi si potrebbero evitare un milione di nuovi contagi in dieci anni”, conclude l’esperto.

Nel frattempo negli Usa si raccomanda l’introduzione sul mercato della pillola Truvada, come trattamento preventivo: in California sta per partire un progetto basato su questa pillola, che abbatte le probabilità di infezione da Hiv, per la cui prevenzione è stato prodotto in Italia un vaccino che sembra funzionare.
Il farmaco verrà testato su un campione di 700 soggetti non infetti ma ritenuti a rischio, come gay, bisessuali e trans.

Proteggere le persone più a rischio

“Questa nuova pillola preventiva costituisce un’altra arma nella lotta a questa terribile epidemia”, spiega George Lamp, direttore del California Hiv/Aids Research Program. È d’accordo Phil Curtis dell’Aids Project Los Angeles, secondo cui la pillola rappresenta un’opportunità enorme per le persone ad alto rischio di infezione, facilitando il loro approccio alla prevenzione: “è irrealistico pensare che una persona sana vada a farsi controllare da un medico ogni mese”. D’altra parte c’è chi polemizza,come Michael Weinstein, presidente dell’Aids Healthcare Foundation: “gli uomini – eterosessuali, gay o bisessuali – non vogliono usare il profilattico, è cosa ormai nota. Se gli diamo un’altra ragione per non farlo, non lo faranno”. In realtà sembra che la terapia con il farmaco in questione renda gli uomini più propensi ad avere rapporti protetti, contraddicendo così le perplessità di molti esperti.
Questo farmaco, che era già stato usato nel trattamento delle infezioni da HIV, si è dimostrato in grado di ridurre del 44% i casi di malattia e del 70% le probabilità di infezione.

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Truvada è efficace e senza effetti collaterali

E’ il  New England Journal of Medicine a dare l’annuncio della scoperta. Secondo gli autori della ricerca, si tratta della prima volta che si riesce a dimostrare che una riduzione del rischio di contagio da Hiv grazie ad un farmaco, che inoltre sembra non dia effetti collaterali a lungo termine (unico inconveniente riferito sembra essere il mal di testa).
Alla conclusione del test, iniziato nel 2007, sarà possibile controllare la resistenza al farmaco e verificare la presenza di eventuali effetti collaterali nel lungo termine.

“Il Truvada – ha detto Anthony S. Fauci, capo della divisione del National Institutes of Health, che ha finanziato lo studio insieme con la Bill and Melinda Gates Foundation – ha una marcia in più rispetto al gel microbicida: è già disponibile e prescrivibile in molti paesi, mentre il gel c’è, ma in piccole quantità ed è utilizzabile solo per le sperimentazioni cliniche”.
Tuttavia,  il livello di protezione varia molto a seconda dell’aderenza alla terapia, è importante quindi attenersi alle dosi prescritte per rendere efficace la molecola. Nel campione di uomini che usava correttamente il farmaco, con un’aderenza alla terapia del 90%, si è registrata una diminuzione del rischio di Hiv del 73%; in quelli che avevano un’aderenza inferiore al 90%, il rischio è diminuito solo del 21%.

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