Nata dall’idea di quattro startupper e disponibile per il download sul sito del Comune, nasce una nuova applicazione “gay friendly”, una sorta di mappa telematica che fungerà da guida digitale per tablet e smartphone per rimanere aggiornati su eventi, locali notturni, palestre, centri estetici ed esercizi commerciali aperti alla comunità Lgbt

Si punta a «far conoscere anche in vista di Expo 2015 una città accogliente e lontana da ogni discriminazione», sulla scia di iniziative simili già attive in altre grandi città come New York, Parigi e Berlino. Tramite il sito internet www.turismo.milano.it si potrà scaricare Milano Gay Life, app creata da Gabriele Pravettoni Farinelli, Nicolas Nemni, Diletta Andreozzi e Filippo Hasbani, quattro giovani dalla formazione differente, dall’Economia alla Finanza dell’Università Bocconi passando per le Scienze di Comunicazione e Pubbliche Relazioni dello IULM. L’App per iOS e Android, sviluppata in collaborazione con Yolo Apps Srl, sarà in italiano e inglese.

Scoprire la città in un’ottica gay friendly

«Si tratta di un passo piccolo ma significativo che dimostra la volontà della città di essere una realtà priva di ogni discriminazione — ha sottolineato l’assessore al Turismo Franco D’Alfonso —, grazie a questa app vogliamo dare la possibilità a tutti di scoprire al meglio l’offerta di Milano in un’ottica gay friendly».

«Milano Gay Life — ha aggiunto la consigliera comunale Rosaria Iardino, membro della commissione Expo — darà anche il benvenuto alle persone omosessuali che vorranno visitarci, soprattutto in occasione di Expo 2015». L’applicazione è già stata inaugurata la settimana scorsa in occasione del Pride di Milano, per promuovere iniziative ed eventi legati alla manifestazione.

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La comunità è divisa

Tuttavia, com’era prevedibile, non tutti sono contenti della novità, che ha diviso soprattutto i diretti interessati, che parlano di “un’iniziativa ipocrita e calata dall’alto”, come commenta Marco Albertini della rivista Pride: «Serve solo a promuovere Milano come città per il turismo gay». Albertini ha anche lamentato il mancato coinvolgimento della comunità commerciale gay nella creazione dell’app. Cristian Trivellato del club «Depot» denuncia invece come l’app «tagli fuori molte realtà già presenti sul territorio». Su ‘Milano Gay Life‘ è stato infatti scelto di “escludere i locali dove avvengono azioni sessuali”: una scelta censoria secondo alcuni rappresentanti della comunità lgbti milanese.

Per 60 giorni potranno essere segnalate aggiunte o modifiche ai contenuti dell’applicazione. «Il problema è che è una iniziativa con cui si fa pubblicità solo ad alcuni locali, che non sono state coinvolte tutte le associazioni e che non ne è stata informata nemmeno la commissione Pari opportunità, che non ha potuto partecipare», ha commentato il presidente della commissione Pari Opportunità di palazzo Marino Anita Sonego.