Tre giorni di incontri, dibattiti, letture, spettacoli e laboratori. Dieci location nel centro storico, 60 eventi e circa 600 volontari. Sono questi i numeri dell’undicesima edizione del primo festival in Europa dedicato alla creatività

Promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio della Spezia e dal Comune di Sarzana e sotto la direzione scientifica di Gustavo Pietropolli Charmet, il Festival della Mente è stato il manifesto della cultura a chilometro zero nell’era della comunicazione globale. «Il Festival è un cantiere aperto dove si produce un insolito tipo di cultura» – ha dichiarato il direttore scientifico. «Non quella che si trasmette nelle aule universitarie, né quella che si elabora nei convegni scientifici né quella per pochi che viene veicolata dai libri». A Sarzana, nell’ultimo fine settimana di agosto, sotto i tendoni strapieni, artisti e scienziati, scrittori e ricercatori hanno narrato le cose più belle che hanno capito e scoperto. Lo hanno fatto senza toga e senza difese di ruolo, in maniche di camicia, a pochi metri da chi è venuto a condividere quell’esperienza culturale. Le persone sedute dinnanzi a loro sono venute apposta per partecipare al rito della condivisione del sapere, della cultura, dell’arte. L’edizione 2014 ha presentato elementi di continuità e di novità rispetto alle edizioni precedenti: da una parte la messa in scena della creatività nelle arti e nei diversi campi del sapere, dall’altra l’analisi della complessa relazione fra generazioni nel contesto attuale. «Dall’unione di queste due aree tematiche è scaturita una straordinaria occasione di incontro e condivisione fra chi produce cultura e chi cerca la conoscenza». Quella di puntare sulla creatività e il rapporto tra le generazioni è stata una scelta coraggiosa per iniziare a ragionare di futuro. Il Festival ha accorciato le distanze fra coloro che hanno qualcosa da trasmettere e il pubblico interessato ad acquisire elementi di conoscenza e di riflessione, nel tentativo di porre le basi per un dialogo costruttivo tra esperienza e creatività, tra passato e futuro. E il successo del Festival dimostra che il desiderio di conoscenza delle persone alla ricerca di una formazione culturale non mediata rappresenta la migliore risposta di un Paese bloccato che cerca risposte alla crisi economica, che è anche crisi dei valori.

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