L’annuncio dell’attrice Angelina Jolie di essere portatrice di una mutazione che aumenta il rischio di cancro al seno e di essersi sottoposta a una doppia mastectomia a scopo preventivo ha innescato un fenomeno chiamato “effetto Angelina”: le richieste di consulenza genetica e test per valutare il rischio di sviluppare un tumore al seno sono più che duplicate

E’ uno studio inglese finanziato dalla Breast Cancer Campaign a svelare come le notizie sulla salute delle star possano impattare positivamente sulla gente in termini di prevenzione.

Questo non si è tradotto come un allarmismo generale ingiustificato, ma come maggior consapevolezza dei rischi legati ad una storia familiare di cancro e dell’esistenza di strategie mirate a diminuire questo rischio.
Lo dimostra il fatto che sono aumentati i casi di donne che si sono rivolte al medico di famiglia in quanto preoccupate dalla familiarità del tumore. A dimostrarlo è il fatto che a rivolgersi ai medici sono state le donne preoccupate dal fatto di avere avuto casi di tumore in famiglia.
Anche chi ha tanti nei sulla pelle, secondo una recente ricerca è a rischio di sviluppare questo tipo di tumore; le pazienti obese colpite da tumore al seno prima della menopausa avrebbero invece un tasso di mortalità più alto del 34%.

Richieste di consulenza più che duplicate

La ricerca, condotta da Gareth Evans del Genesis Breast Cancer Prevention Centre di Manchester e publicato su Breast Cancer Research, ha analizzato i dati provenienti da 12 cliniche specializzate in storia familiare e 9 centri genetici regionali sparsi nel Regno Unito. Ne è emerso che tra giugno e luglio 2013, subito dopo l’annuncio della Jolie, c’è stata un’impennata di 2,5 volte nel numero di consulti chiesti al proprio medico di famiglia rispetto agli stessi mesi del 2012. Trend mantenuto tra agosto e ottobre, quando è stato registrato un aumento di due volte rispetto ai numeri registrati nello stesso periodo dell’anno precedente. “Probabilmente la dichiarazione di Angelina Jolie di avere una mutazione in Brca1 e di sottoporsi a una mastectomia per ridurre il rischio ha avuto un impatto maggiore degli annunci di altre celebrità a causa della sua immagine di donna affascinante e forte – ha commentato Evans – Ciò potrebbe aver attenuato i timori delle pazienti sulla perdita di identità sessuale dopo un intervento preventivo e aver incoraggiato quelle che non si erano precedentemente rivolte ai servizi sanitari a prendere in considerazione i test genetici”.

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Il test genetico in casi di familiarità

La mutazione di Brca1 è ereditaria ed è responsabile di almeno il 10% dei casi di cancro al seno, di cui recentemente è stato scoperto il meccanismo responsabile delle metastasi. Le donne portatrici corrono un rischio di sviluppare questa malattia variabile tra il 45 e il 90%. Se si ha una storia familiare di tumore al seno, si ha la possibilità di sottoporsi a un test genetico. Tuttavia non c’è l’obbligo di mastectomia, in caso l’esito sia positivo. Come spiega Evans “Farmaci che possono prevenire il cancro, come il tamoxifen, e alcuni cambiamenti nello stile di vita come un’alimentazione sana e più attività fisica sono altre opzioni che possono essere prese in considerazione da molte donne”.