E’ il romanzo “Morte di un uomo felice” edito da Sellerio e scritto dal giovane Giorgio Fontana ad aggiudicarsi quest’anno il Premio Campitiello 2014, con la cerimonia svoltasi sabato 13 Settembre

Classe 1981, che è lo stesso anno in cui è ambientata la storia raccontata nel suo romanzo, lo scrittore proveniente dal web ha vinto un ambitissimo premio, istituito dagli industriali del Veneto nel 1962. Ed è tra i più giovani scrittori di sempre ad aver ottenuto questo riconoscimento: prima di lui nel 1966, c’è stato Alberto Bevilaqua (32 anni) con “Questa specie d’amore”.

Una storia sui limiti della giustizia

Fontana vive e lavora a Milano ed è nato a Saronno. Con “Morte di un uomo felice” racconta la storia di un magistrato, Giacomo Colnaghi, che si muove sullo sfondo della grigia Milano di quegli anni. Sposato con figli, l’uomo si trova a vivere lontano dalla sua famiglia. Ma il suo destino si incrocia quindi con le indagini di un omicidio che lo portano ad una banda armata. In preda a un tormento esistenziale profondo, il protagonista si trova a fare i conti con il ricordo del padre Ernesto, che quando era bambino lo lasciò per compiere un’azione partigiana che gli fu fatale, oltre che costargli il disprezzo della famiglia profondamente cattolica.

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Un libro che riflette sui limiti della giustizia e sulle sue possibilità.

Già famoso in Rete

Giorgio Fontana ha già all’attivo i romanzi “Buoni propositi per l’anno nuovo” (Mondadori 2007) e “Novalis” (Marsilio 2008), il reportage narrativo “Babele 56” (Terre di Mezzo 2008) e il saggio “La velocità del buio” (Zona 2011). Con la Sellerio ha pubblicato “Per legge superiore” e “Morte di un uomo felice” (2014).

Il giovanissimo scrittore è molto famoso anche in Rete, dove ha scritto numerosi articoli per diverse testate come il Corriere della sera, Sole 24 ore, Pagina 99 ecc… Tra i suoi riferimenti letterari più sentiti cita Kafka, il più amato.

Giorgio Fontana non ha solo vinto, si può dire che abbia “stravinto” il premio, aggiudicandosi una maggioranza piena (107 voti) da parte della giuria popolare e dei letterati, battendo così Michele Mari, arrivato secondo (74 voti) con “Rodderick Duddle”, Maurizio Corona, terzo con “Le voci degli uomini freddi” (43 voti), Giorgio Falco, quarto con “La gemella H” (36 voti) e Fausta Garavini, ultima della cinquina di finalisti con “Le vite di Monsu” (31 voti).