Subito dopo il protocollo siglato con il Ministero della Difesa Roberta Pinotti per l’avvio della produzione di cannabis terapeutica in Italia, come annunciato da La Stampa all’inizio del mese, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin tiene a precisare che «non è assolutamente il primo passo per permettere l’autocoltivazione da parte dei malati»

E proprio riferendosi all’ipotesi della coltivazione “fai da te”, Lorenzin commenta «Sono contraria a questo tipo di provvedimenti che trovo abbastanza naif. Noi invece abbiamo inserito la produzione e coltivazione del principio attivo nell’ambito del Ministero della Difesa. Dopodiché – ha spiegato – il principio attivo sarà distribuito nelle farmacie ed in quelle ospedaliere sotto una tracciabilità della sostanza, dalla produzione fino alla distribuzione al paziente, così come avviene anche per le sostanze derivate dagli oppiacei».

Le proprietà mediche della cannabis terapeutica sono da anni al centro della ricerca scientifica, con studi volti a dimostrarne i molteplici effetti terapeutici come la prevenzione delle infiammazioni del cervello e del midollo spinale e il potenziale curativo sui malati di sclerosi multipla; Tuttavia non c’è unanimità sugli effetti positivi della marijuana: alcuni studi sostengono infatti che la cannabis indurrebbe ansia e depressione e altri effetti collaterali sulla salute anche se non si è dipendenti dai cannabinoidi.

Entro il 2015 avremo i primi prodotti

Al via dunque il progetto pilota per la produzione nazionale della marijuana di Stato, che avrà luogo nello Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze (Sfcm), dopo l’acquisizione delle autorizzazioni necessarie. Entro il 31 ottobre si tratterà di formare un team (composto da rappresentanti dei due ministeri e da quello delle Politiche agricole, dello Sfcm, dell’Aifa, dell’Istituto Superiore di Sanità, e delle Regioni e Province autonome) per definire un protocollo preciso a riguardo: quantificare il fabbisogno rispetto alle malattie da trattare, la fitosorveglianza, le verifiche e le tariffe da applicare. La procedura prevede che venga poi trasmesso al Consiglio Superiore di Sanità, che dovrà dare il via libera alla produzione.

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Quando arriveranno quindi i primi prodotti a base di cannabis terapeutica?

Si prevede entro il 2015.

Lo stabilimento di Firenze coltiverà la marijuana, fabbricando la sostanza attiva di origine vegetale a base di cannabis e confezionandola con imballi di diverse dimensioni da distribuire, su base regionale, alle farmacie territoriali e ospedaliere. I prodotti si potranno acquistare solo dietro presentazione di ricetta medica non ripetibile. Le forniture alle farmacie cominceranno solo una volta che le Regioni avranno definito le modalità distributive sulla base del protocollo terapeutico. Ad oggi sul mercato esiste solo un prodotto a base di cannabis terapeutica, un farmaco usato per alleviare i sintomi della sclerosi multipla.

Diventare autosufficienti per abbattere le spese

Secondo la Lorenzin, la produzione nello Stabilimento militare di Firenze «abbatterà i costi in modo notevole per il Sistema sanitario nazionale». Allo stato attuale, «il fabbisogno di cannabis terapeutica è stato calcolato in 80-100 chilogrammi l’anno di sostanza. Con l’avvio della produzione in Italia, tale principio attivo entrerà nei Livelli essenziali di assistenza e le regioni si accorderanno sui ticket». Dunque, ha proseguito il ministro, «lo scopo è quello di ridurre i costi: pensiamo di diventare autosufficienti in questo settore e questo porterà a un abbattimento della spesa». Oggi infatti, ha spiegato Lorenzin, «in alcune regioni si arriva a spendere fino a 900 euro al mese per paziente; l’obiettivo è arrivare a dimezzare la spesa».

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Le Regioni italiane che prevedono l’erogazione di farmaci a base di cannabis terapeutica nell’ambito dei Lea sono attualmente nove, con una spesa di 450 euro al mese per paziente.