Oracle, al centro della trasformazione digitale

Innovazione digitale, identità digitale e openess delle piattaforme per un onboarding evoluto

Aiutare le aziende nel percorso verso la digital transformation, con il cloud, la semplificazione del data center e i sistemi ingegnerizzati: questa la missione della nuova squadra di manager al timone di Oracle Italia

Fabio Spoletini_Oracle
Fabio Spoletini, country leader Oracle Italia

Largo ai giovani in casa Oracle. A metà settembre, proprio alla vigilia dell’annuncio a sorpresa con cui Larry Ellison ha lasciato la guida della società da lui fondata per ritagliarsi un ruolo di CTO, il nuovo team di management di Oracle Italia ha incontrato la stampa per fare il punto sulla trasformazione digitale delle aziende. La squadra è tutta nuova, a cominciare dal country leader Oracle Italia Fabio Spoletini, e si tratta del “team più giovane di tutta l’area EMEA, il che costituisce un forte messaggio al settore IT”, come l’azienda ha tenuto a sottolineare aprendo l’incontro. Che ha visto schierati, oltre a Fabio Spoletini, che ha assunto la carica nello scorso giugno, anche Giovanni Ravasio e Emanuele Ratti, rispettivamente country leader applications e country leader systems di Oracle Italia.

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L’era del digital business

Giovanni Ravasio_Oracle
Giovanni Ravasio, country leader applications di Oracle Italia

“Nell’era del digital business, definita come l’utilizzo di qualsiasi tecnologia digitale per promuovere, vendere e abilitare miglioramenti e innovazioni di prodotto, di servizio e di processo, la vera chiave del successo è convertire i dati in valore”, ha esordito Spoletini. Ma per operare questa trasformazione digitale “è necessario che le aziende cambino pelle e si rendano conto di come il cambio generazionale avrà impatto da qui a cinque anni, acquisendo una sempre più forte consapevolezza della digital transformation e del senso di urgenza imposto dai cambiamenti”, ha proseguito Spoletini. Però, attualmente questo senso di urgenza non è così condiviso, almeno a giudicare da una recente indagine targata MIT/Capgemini secondo la quale il 27% dei top manager a livello mondiale, cioè solo uno su quattro, ritiene che la digital disruption costituisca una questione di sopravvivenza. Di converso, quasi un’azienda su due, per l’esattezza il 46%, sta investendo per dotarsi di skill digitali.

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Cloud completo

Emanuele Ratti_Oracle
Emanuele Ratti, country leader systems di Oracle Italia

Insomma, la trasformazione digitale, imposta dai noti fenomeni di mobile, social, cloud, big data e Internet of Things, è sotto gli occhi di tutti. Ma dove può avere i maggiori impatti? Secondo la Sloan Review del MIT (dati 2013), sono tre le aree più influenzate: la customer experience, per il 44%, i miglioramenti nelle operazioni, per il 30%, e i nuovi modelli di business, per il 25%. “Oltre al cloud, per Oracle ciò che è veramente abilitante per la trasformazione digitale è il data center”, ha sostenuto Spoletini, “in quanto è performante, è sempre disponibile, è sicuro, è in grado di gestire i big data e anche i nuovi carichi di lavoro che non sono facilmente prevedibili”. E la proposta Oracle per la trasformazione digitale parla di una strategia di data center dove la parola d’ordine è “semplificazione”. Ma perché Oracle? “Perché abbiamo un portafoglio completo per gestire l’integrazione verticale: oggi Oracle dispone dello stack completo delle tecnologie necessarie al cloud, come applicazioni, middleware, database, sistemi operativi, macchine virtuali, server e storage, e permette alle aziende la scelta più completa in termini di modalità di utilizzo delle tecnologie, che siano on-premise oppure in cloud pubblico, privato o ibrido. Inoltre, la nostra offerta cloud copre tutte le esigenze: SaaS, Paas e IaaS”, ha fatto notare Spoletini.

Annunci in vista

Non a caso, Oracle è attualmente fornitore di 9 dei 10 maggiori cloud provider di tutto il mondo: praticamente un en plein. Merito anche della completezza dell’offerta, che trova un contraltare anche nella concretezza nei modelli di deployment del cloud, “per rispondere alle esigenze delle grandi aziende e di quelle medie, con la massima flessibilità che non è solo commerciale ma anche tecnica”, come ha ribadito la società nel corso dell’incontro, facendo capire che qualche novità verrà annunciata a breve, anzi a brevissimo, durante l’evento annuale Oracle OpenWorld che si tiene a San Francisco a fine settembre. E per chi non sarà in California, il 21 ottobre a Milano è previsto l’appuntamento dell’Application Day, che da quest’anno si chiamerà Oracle Cloud Day, a sancire una volta di più la virata verso la nuvola.

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