Nonostante oggi sembri impensabile che qualcuno ancora non sia al corrente dei gravissimi danni che l’alcol assunto da una madre in gravidanza può apportare al feto, proprio la preoccupante ignoranza ancora esistente sull’argomento ha spinto ad avviare una campagna shock chiamata «Too young to drink»

Il consumo di alcolici durante il primo trimestre aumenta significativamente le probabilità di aborto spontaneo, mentre nei mesi successivi può danneggiare gravemente il feto causando microcefalia, disturbi dell’apprendimento, deficit dell’attenzione ed iperattività, problemi comportamentali, disturbi cardiaci, crescita rallentata e vero e proprio ritardo mentale: questo l’elenco completo dei disordini feto-alcolici, o sindrome alcolica fetale, condizione che ad oggi colpisce un bambino su cento negli Stati Uniti e due su cento in Europa. Se si considera che durante la delicata fase della gravidanza anche uno stress eccessivo può procurare danni al feto, è facile comprendere come bere alcolici possa causare problemi ben più gravi.

Due bambini su cento in Europa

Di qui la decisione della European Fasd Alliance di lanciare in questi giorni in venti paesi, compresa l’Italia, la campagna di sensibilizzazione volta a informare la popolazione sui disturbi che il feto può sviluppare in caso la madre beva alcolici durante la gravidanza, conseguenze che si stima colpiscano circa 70 milioni di persone nel mondo.

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Una cifra scioccante, che giustifica anche la decisione della European Fasd Alliance di utilizzare immagini molto forti per la campagna, in modo da rendere immediatamente l’idea sui rischi gravissimi che queste abitudini possono comportare.

Immagini shock per far riflettere

La comunicazione della campagna mostra un feto sotto spirito, immerso in vari tipi di bottiglie contenenti sostanze alcoliche: dal vino alla birra, dal whisky al rum, fino al brandy ed alla vodka. La forza del messaggio è veicolata anche da alcune interviste di genitori di bambini colpiti dalla sindrome alcolica fetale, che raccontano in pochi drammatici minuti tutto il proprio pentimento, nella speranza di dissuadere le future madri dal consumo di alcol durante la gravidanza.

Questa iniziativa è solo il prologo per il terzo convegno sulla sindrome alcolica fetale, che si terrà a Roma il 20 ottobre, promosso dall’Istituto Superiore di Sanità, l’Eufasd ed il centro di alcologia del Policlinico Umberto I: in quest’occasione si ribadirà che, non conoscendo ad oggi le quantità di alcol ingeribili durante la gestazione, si raccomanda alle donne gravide di astenersi dal bere alcolici in modo da eliminare del tutto la possibilità che si sviluppino dei disordini legati alla sindrome alcolica fetale.