Big Data, big opportunities: da dove iniziare per generare valore competitivo?

Orsyp si unisce ad Automic per supportare i progetti di Big Data delle aziende che chiedono sempre più automazione di processi IT per portare valore al business

Cristina Sarnacchiaro, General Manager ORSYP Italia
Cristina Sarnacchiaro, General Manager ORSYP Italia

Big Data è un termine applicato negli ultimi anni a una varietà di settori industriali – la promessa di grandi moli di dati prodotti nel corso dell’attività giornaliera di business, utilizzati per migliorare sensibilmente le performance aziendali. Tuttavia, focalizzarsi sui grandi miglioramenti rappresenta in molti casi l’approccio sbagliato, le aziende dovrebbero invece valutare in che modo i Big Data possano supportarle per ottenere una serie di vantaggi più concreti e di impatto sul business. Il problema risiede nel fatto che questi dati non sono così semplici da gestire e molti CIO hanno difficoltà a individuare quali siano le reali informazioni rilevanti per il business – un recente studio di Accenture su 1.000 intervistati ha messo in luce l’importanza dei Big Data nella trasformazione digitale, ma il 62% non aveva idea delle difficoltà legate all’implementazione di progetti così articolati.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Una volta che il termine Big Data è divenuto famoso si è subito capito che forse erano anche più rilevanti gli analytics per estrarne valore. Un recente articolo apparso su CIO Insight discuteva l’idea di utilizzare nel modo corretto gli strumenti di analisi di questi dati, concentrandosi soprattutto sulla scelta di quelli più rilevanti e adottando un approccio creativo. Diversi CIO citerebbero la qualità e la governance del dato come le principali sfide che impediscono loro di ottenere informazioni preziose dai Big Data.

Vincere le sfide

Ottenere i dati corretti non è sempre la sfida principale e molte aziende si trovano in una situazione in cui è necessario stabilire con esattezza quali siano gli obiettivi da raggiungere attraverso i progetti legati ai Big Data. I CIO dovrebbero iniziare seguendo alcune semplici best practice:

Leggi anche:  Chatbot intelligenti in Java, come liberare il pieno potenziale dell’AI generativa

Decidere a quali domande si desidera che i Big Data rispondano – le aziende devono porsi inizialmente domande semplici e specifiche, in questo modo i dati possono essere davvero utili. Ad esempio, nel caso di una catena alberghiera, la domanda potrebbe essere: “In quali altri paesi ricchi potremmo potenzialmente espanderci, in modo da utilizzare al meglio questi nuovi dati demografici appena emersi?”

Individuare le business unit che dovrebbero lavorare insieme e definire in che modo correlare specifici set di dati – quando si tratta di Big Data, le aziende non dovrebbero procedere per compartimenti stagni. In alcuni casi potrebbero essere dedicati interi dipartimenti a ideare come diverse sorgenti di dati possano essere correlate per generare conoscenza

Investire in risorse con abilità specifiche nei Big Data e in tecnologia per automatizzarne l’elaborazione – questi dati hanno requisiti specifici e skill tradizionali potrebbero non essere sufficienti, quindi sono necessari ulteriori investimenti in tecnologia per liberare risorse da impiegare nella gestione di questi progetti

Creare un team trasversale per attrarre esperienza e competenza specifica da tutte le aree aziendali – in molti casi, i singoli dipartimenti (che spesso lavorano separatamente) non dispongono dei mezzi per correlare i dati in modo autonomo, per cui è fondamentale coinvolgere personale dalle varie aree.

L’elemento centrale da cui partire per la realizzazione di progetti di Big Data è senza dubbio l’automazione. Perché? Il motivo risiede nel fatto che le sorgenti dei dati sono così disparate, i volumi da aggregare così imponenti e i cambiamenti così imprevedibili. Avere una piattaforma unica per la raccolta e l’elaborazione dei dati permette alle aziende di muoversi meglio in questo panorama articolato dei Big Data.

Leggi anche:  Giunge a Milano il QlikWorld 2023

Orsyp, grazie alla sua esperienza in business process automation, ha raccolto la sfida di numerose aziende che si stanno affacciando a questo mondo dei Big Data per supportarle nella raccolta e correlazione di dati sempre più eterogenei e dislocati in infrastrutture IT sempre meno fisiche e più virtuali. Per rispondere al meglio alle esigenze del mercato, Orsyp si è unita ad Automic, dando vita a un unico software vendor che permette ai propri utenti di automatizzare tutte le attività ripetitive e manuali all’interno delle IT operation. Indipendentemente dalla complessità ed eterogeneità dei propri sistemi informativi, le aziende potranno automatizzare gli scambi di informazioni tra i diversi applicativi per correlare ad esempio i dati del CRM con quelli delle vendite ed elaborare strategie di marketing ad hoc. I Big Data aprono scenari infiniti ma perdersi è il rischio maggiore non portando così benefici tangibili per il business. Identificare i dati rilevanti e arginare la potenzialità di questa mole di dati è il primo step per ogni azienda, quello che farà la differenza sarà il dotarsi del giusto mix di tecnologia e competenze per poter così avviare progetti di Big Data che porteranno un vantaggio competitivo al business.