Duplicati in tre anni gli attacchi a scopo criminale su internet diretti a governi, social network e piattaforme cloud
Un 2014 negativo per quanto riguarda la sicurezza in rete. Non solo è cresciuto il numero degli attacchi verso obiettivi “alti”, come le istituzioni governative, i politici e i servizi aziendali, ma anche la fascia più bassa, quella più numerosa, risente delle minacce lanciate in rete. Ci riferiamo alle piattaforme di cloud utilizzate dall’utente comune, ai social network e, in generale, a quei servizi a cui si accede in ogni parte della giornata, soprattutto in mobilità. La spiegazione è semplice: se prima i dati sensibili venivano conservati solo su computer fissi e notebook, oggi abbiamo sempre con noi qualcosa “di interessante”, salvato su smartphone, tablet e sui servizi sulla nuvola preferiti. Il Clusit, Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, ha rilevato che il 60% degli attacchi lanciati su internet riguarda il cybercrime a differenza del 36% analizzato nel 2011.
Europa poco sicura
Il Rapporto Clusit 2014 sulla sicurezza informatica dipinge un quadro per nulla rassicurante del panorama tecnologico nostrano. In realtà il trend è negativo in tutto il continente. Sarà che ci troviamo nel “mese della sicurezza informatica”, sarà che oramai un po’ tutti hanno imparato cosa vuol dire farsi fregare informazioni e dati sensibili, il dato è che i criminali telematici sono diventati più scaltri e capaci di violare anche sistemi di protezione avanzati, che anni fa sarebbero stati considerati sicurissimi. Come difenderci? Difficile rispondere, soprattutto quando ci si riferisce a mezzi tecnici che, di per sé, hanno sempre qualche falla di troppo a metterli a disagio. Intanto domani, durante il Security Summit a Verona, il Clusit presenterà il rapporto, cercando di fare chiarezza sugli aspetti maggiormente ricercati dai cracker, per rubare informazioni e segreti sia a livello governativo che privato.