Le speranze nella lotta contro il diabete di tipo 1 sono ora rivolte alle staminali embrionali, che sembra possano essere mutate in cellule pancreas, in grado di produrre insulina e controllare lo zucchero nel sangue

La straordinaria scoperta, che porterebbe a sconfiggere il diabete giovanile anche se al momento è stata sperimentata solo sui topi, è opera della Harvard University. L’autore a capo del team della ricerca, che è stata pubblicata su Cell, è Doug Melton, che ha due figli affetti da questa patologia. Si tratta di una malattia autoimmune che distrugge le cellule B pancreatiche e che colpisce circa il 3% della popolazione mondiale. Nella ricerca di una cura contro questa patologia, per la cui cura risulta ancora fondamentale l’uso dell’insulina, un altro importante passo avanti è rappresentato dal test di un pancreas bionico ad opera Boston University e del Massachusetts General Hospital. Per il controllo del diabete di recente è stato sviluppato anche Dario, un nuovo innovativo device in grado di monitorare in modo integrato i parametri vitali necessari per tenere sotto controllo le condizioni di salute.

Un risultato straordinario, che necessita di approfondimenti

Il team di studiosi ha prodotto in laboratorio centinaia di milioni di cellule grazie alle staminali embrionali, arrivando a realizzare un mix di sostanze chimiche capaci di trasformarle in cellule beta del pancreas, le stesse che nei casi di diabete giovanile vengono attaccate e distrutte dal sistema immunitario.
Il test sui topi di laboratorio affetti da questa patologia ha dimostrato che le cellule sono state in grado di produrre insulina e regolare i livelli di zucchero nel sangue per diversi mesi.

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Doug Melton commenta così i risultati:

“E’ gratificante sapere di essere riusciti a fare qualcosa che non credevamo possibile, siamo a un passo preclinico di distanza dalla linea finale del traguardo”.

Tuttavia, lo studioso riferisce che lo stesso stupore non hanno invece manifestato i suoi figli, che invece non ne sono rimasti molto colpiti. Credo che come tutti i ragazzi abbiano pensato semplicemente che visto che glielo avevo promesso l’ho fatto”.