“Italiani e la pasta”: oltre ad essere un binomio con cui in tutto il mondo vengono identificati gli abitanti del Bel Paese, è anche il titolo di un’indagine condotta da Doxa per conto dell’Aidepi, Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane che ha confermato l’amore degli italiani per la pasta, un alimento sano e fondamentale della dieta mediterranea

Rigatoni, fusilli o spaghetti? Qualunque sia la varietà preferita, la pasta viene consumata dal 99% degli italiani tutti i giorni per il 44% dei casi.
Inoltre la pasta non ammette distinzioni di età e sesso ma è adorata da tutti e consumata in modo constante dalle 4 a 7 volte alla settimana per il 69% degli intervistati. C’è chi la mangia a casa propria (il 46% degli intervistati)o chi la sceglie come portata principale al ristorante (il 50%), in ogni caso la pasta è un piatto irrinunciabile sulle tavole degli italiani. Non è certo una buona notizia quindi quella che entro il 2050 a causa dell’aumento di C02 non si potrà più mangiare la pasta al dente.

Il primato è dell’Italia

La pasta fa gola alla nostra popolazione, ma ne mangiamo sempre la quantità consigliata? A quanto pare nella maggior parte dei casi sì.
E’ il 95% degli intervistati a farne un consumo corretto, mangiando porzioni di pasta tra gli  80 e i 100 grammi e seguendo le linee guida dettate dai nutrizionisti.
Non stupisce che oggi questo goloso alimento abbia conquistato il mercato mondiale, con una produzione di più14 milioni di tonnellate di pasta. Il primato spetta comunque all’Italia, non solo in termini di consumo ma anche per la produzione, la capacità produttiva, l’ esportazione e la qualità. La produzione nazionale di pasta nel 2013 ha superato i 3,4 milioni di tonnellate di prodotto, con un incremento del 2,3% rispetto al 2012, pari a una somma di  4,6 miliardi di euro. Nel corso del 2013 le esportazioni hanno visto 1.901.354 tonnellate di pasta, con un incasso delle industrie produttrici di circa 2 miliardi di euro.

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Un alimento salutare

Ma la pasta fa bene o male? A questa domanda, da anni al centro di accesi dibattiti, rispondono i nutrizionisti in occasione del World Pasta Day di Buenos Aires.
Si tratta di uno degli alimenti fondamentali della dieta mediterranea riconosciuto patrimonio Unesco dell’umanità e nonostante i pareri discordanti, fa bene alla salute: fornisce circa il 55 per cento del fabbisogno energetico totale giornaliero grazie ai carboidrati, senza sovraccaricare fegato e reni, a differenza delle proteine. Pane e pasta, a cui sembra non dovranno rinunciare nemmeno i celiaci, fanno quindi bene al nostro organismo. In particolare numerosi studi hanno dimostrato che la dieta mediterranea, oltre ad aumentare la longevità, previene le malattie cardiovascolari, lenisce gli effetti dello smog e rallenta il declino del cervello.

Lo spiega il spiega il nutrizionista Pietro Antonio Migliaccio:

“Questo alimento con i suoi carboidrati complessi a lento assorbimento, evita all’organismo bruschi e repentini picchi glicemici e, rispetto ad altri alimenti ricchi di zuccheri, garantisce un quasi immediato e prolungato senso di sazietà grazie alla presenza dell’amido. Grazie al suo basso indice glicemico riduce la possibilità di situazioni prediabetiche. Inoltre, i carboidrati complessi sono indicati anche per chi soffre di pressione alta. L’amido, infatti, se abbinato ad alimenti di origine vegetale, apporta un basso introito di sodio”.