E’ uno studio del Cnr che dimostra la massiccia diffusione di carbonio nella nostra atmosfera a far scattare l’allarme: in molte zone d’Italia, come spiegano gli esperti, respiriamo veleno

Si tratta del primo studio a livello nazionale su questo argomento, quello condotto dal Consiglio nazionale delle Ricerche, che ha messo in luce una situazione inquinamento nel nostro Paese davvero preoccupante, soprattutto a causa del carbonio presente in grandi quantità nell’atmosfera. Non dimentichiamo che l’Organizzazione delle nazioni unite che si occupa del clima ha stimato che il 2013 è stato un anno record per l’inquinamento da gas serra (C02, metano e protossido di azoto).

Carbonio pericoloso anche per la salute

“Nell’aria che respiriamo tutti i giorni – spiega Sandro Fuzzi  dell’Isac-Cnr di Bologna –  è presente una sottile polvere nera, chiamata carbonio elementare (più noto con il termine inglese black carbon). Questo inquinante, dannoso sia per l’ambiente sia per la salute, assieme al carbonio organico costituisce la frazione carboniosa del particolato atmosferico, una componente importante di quest’ultimo, fino al 40% della massa. In atmosfera il carbonio elementare e il carbonio organico si trovano sempre associati, poiché originati dalle stesse sorgenti: la combustione incompleta di una qualsiasi sostanza organica, sia combustibili fossili, sia biomasse (legna e residui agricoli), per autotrazione, riscaldamento e produzione di energia”.

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Livelli cinquanta volte superiori rispetto all’alta montagna

Sono dati ancora parziali, ma sufficienti per destare molte preoccupazioni. Recenti studi hanno infatti messo in luce gli effetti negativi che il carbonio può avere sulla salute, soprattutto su cuore e sistema respiratorio, esponendo anche al rischio di sviluppare tumori. Anche l’Oms qualche mese fa aveva già lanciato un allarme sui gravi pericoli sulla salute causati dall’inquinamento, rivelando che solo il 12% della popolazione respira aria buona.

“L’importante quadro di insieme a livello nazionale – continua il dottor Fuzzi – ha permesso di evidenziare che le concentrazioni di carbonio elementare nei siti trafficati sono più di cinquanta volte maggiori rispetto ai siti remoti di alta montagna. Per esempio, a Milano in viale Sarca la media nel periodo invernale sfiora i 6 microgrammi per metro cubo (mgm-3), mentre è pari a 0.1 mgm-3 presso il sito ad alta quota di Monte Cimone, nell’Appennino Tosco-Emiliano. Un altro dato importante è che le concentrazioni di carbonio organico ed elementare nella Pianura Padana in inverno sono tre-quattro volte maggiori rispetto a quelle estive”, continua il ricercatore.