Settore della sanità nel centro del mirino da quanto emerso nel rapporto Censis presentato ieri a Roma: servizi sanitari messi in discussione e criticati da più della metà degli italiani, con un record di opinioni negative al Sud

Il rapporto dal titolo “Informati ed insoddisfatti: verso una sanità minimale?”, curato nell’ambito del Forum per la ricerca biomedica, evidenzia un quadro di italiani che si dicono mediamente “informati” (70%), ma per il 55% spaventati dalla “troppa informazione”, che rischia di generare confusioni.

E’ circa il 49% a giudicare inadeguati i servizi sanitari della propria Regione, con un’impennata del 72% al Sud.
Il principale difetto del sistema sanitario del nostro Paese è considerato primo fra tutti la presenza di liste d’attesa lunghissime, che nella maggior parte costringono a ricorrere a visite e cure private. Ben il 64% si dice gravemente insoddisfatto di questa grave carenza. Il ticket, variamente presente e modulato nelle Regioni, è considerato dal 45% degli italiani una tassa iniqua, mentre per il 35% i farmaci garantiti dal Ssn sono insufficienti. Questo per dare un’idea più generale del quadro di insoddisfazione e malumore che regna nel nostro Paese in merito all’argomento Sanità.

Servizio pubblico peggiorato e soluzioni “fai da te”

Guardando i dati più nel dettaglio, emerge una preoccupazione per il peggioramento del servizio pubblico nazionale e l’aumento di “viaggi della speranza”, specie da Sud a Nord in cerca di ospedali, medici e tecniche di cura adeguate. In realtà qui il divario tra nord e sud è eclatante: il Nord-Est col 27,5% di pareri negativi, contro il 72% che denigra i servizi sanitari pubblici al Sud. Pesanti critiche anche ai “tagli” imposti alla sanità e alla chiusura dei piccoli ospedali. E’ vero che gli italiani preferiscono le cure “fai da te”? Nel corso dell’ultimo anno il 53% della popolazione si è rassegnato a tempi di attesa più lunghi per effettuare analisi, visite e cure mediche, mentre chi ne ha la possibilità ha cercato soluzioni diverse: due terzi degli italiani hanno pagato di tasca propria, in particolare il ticket sui farmaci (66%), le visite specialistiche (45,5%), o il dentista (45,5%).

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Prescrizioni mediche seguite solo per malattie gravi

Il timore del cancro (63%), della non autosufficienza (31%), di malattie cardiovascolari (28%) e neurologiche (26%), porta gli italiani a ricercare la salute attraverso diete (44%), controlli medici periodici (43%) e ampio ricorso alle informazioni in Rete (42%).

Tuttavia il medico di base rimane la fonte di informazione più consultata dagli italiani (73%), il 48% legge giornali, riviste e va su Internet; il 35% compra integratori, il 25% farmaci auto-prescritti. In caso di gravi patologie, il 90% segue fedelmente le prescrizioni mediche; in casi invece di malattie comuni, solo il 57% segue i consigli degli specialisti. Il grado di fiducia nei farmaci, specie se usati per malattie croniche, è piuttosto diffuso. Tuttavia i ticket e la non totale copertura pubblica rendono in alcuni casi obbligato l’acquisto a pagamento delle medicine.