Parkinson, ultrasuoni nel cervello per fermare i tremori

L’importanza di una diagnosi precoce è fondamentale nel caso del morbo di Parkinson; ecco perché è di straordinaria importanza il nuovo strumento portatile che verrà presentato nel corso del XLV congresso della Società Italiana di Neurologia: un dispositivo hi-tech che potrà essere usato a domicilio del paziente, che effettuerà la registrazione poligrafica necessaria per la diagnosi di RBD

Il prof. Aldo Quattrone, presidente della SIN (Società Italiana di Neurologia), Direttore della Clinica Neurologica dell’Università di Catanzaro e della Unità di Ricerca “Neuroimmagini” del CNR, si esprime chiaramente in merito all’importanza della diagnosi preventiva: “Mai come nel caso della malattia di Parkinson, prevenire è meglio che curare. Infatti, quando compaiono i primi sintomi è già tardi per bloccare la malattia, poiché sono già morte molte cellule dopaminergiche della sostanza nera, una piccola area cerebrale coinvolta nella comparsa del Parkinson.”

L’importanza di una diagnosi pre-motoria

Per questa patologia sarebbe necessaria una diagnosi addirittura pre-motoria, ovvero che preceda la comparsa dei sintomi motori caratteristici della malattia, come il tremore e la lentezza dei movimenti. E’ in questa fase, infatti, che potrebbero essere utilizzati farmaci neuro-protettivi ancora in grado di modificare il decorso naturale della malattia.

Tuttavia per effettuare una diagnosi di questo tipo bisognerebbe porre grande attenzione ad alcuni disturbi che non sono specifici della malattia, come il deficit olfattivo, l’agitazione durante il sonno, la depressione, dolori nelle grandi articolazioni e l’ipotensione ortostatica, disturbi generici, che possono essere associati anche ad altre malattie diverse dal Parkinson.

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Il più significativo è però il disturbo comportamentale in sonno REM (caratterizzato da comportamenti anormali durante la notte quali urlare, scalciare, tirare pugni), che è considerato il marcatore predittivo più affidabile di malattia di Parkinson. Si è visto che circa il 60% dei pazienti con disturbo comportamentale in sonno REM (RBD) sviluppa la malattia di Parkinson entro 10-12 anni.

Il disturbo comportamentale in sonno REM (RBD) è il fattore più predittivo

Attualmente, in presenza di RBD, anche senza altri disturbi motori tipici della malattia di Parkinson, il paziente deve effettuare un DAT-scan, una scintigrafia cerebrale necessaria per confermare la diagnosi di Parkinson.

Tuttavia ad oggi la diagnostica del RBD e alla scintigrafia con DAT scan hanno costi molto elevati e rendono molto difficile individuare i soggetti con RBD a rischio di sviluppare il Parkinson, impedendo così un tempestivo intervento con farmaci neuro-protettivi.

Il grande vantaggio di questo nuovo strumento è quello di individuare preventivamente i soggetti a rischio di sviluppare la malattia di Parkinson, come sono i soggetti che presentano disturbi del comportamento in sonno, consentendo una diagnosi precoce e interventi terapeutici con farmaci neuro-protettivi in grado di arrestare o rallentare il decorso della malattia.
Di recente si sono aperte nuove interessanti prospettive terapeutiche per questa malattia, come quelle prospettate dall’impiego di chip biocompatibili da parte del Cnr.