Una speranza per i pazienti a rischio di cecità, causata da gravi patologie incurabili che colpiscono la retina, arriva dalle cellule staminali embrionali: è positivo l’esito della prima sperimentazione a lungo termine condotto dalla Advanced Cell Technology e illustrato su Lancet

I test sono stati effettuati su giovani con distrofia retinica di Stargardt e anziani colpiti da una forma incurabile di maculopatia, due gravi patologie della retina che portano irrimediabilmente alla cecità.

Gli studi sulla riparazione della retina

Questo non è il primo studio in quest’ambito: è di qualche mese fa la prima retina in provetta realizzata dall’Università americana Johns Hopkins, una versione miniaturizzata del tessuto della retina umana, reagente alla luce. Un’altra interessante ricerca britannica aveva invece indagato la possibilità di riparare la retina grazie alla stampa in 3D.
Questo studio invece è il primo che si basa su un’osservazione a lungo termine di tre anni, durante i quali si è potuto confermare anche il livello di sicurezza dei risultati.

Le staminali dell’embrione in provetta sono state trasformate in cellule retiniche. Gli esperti quindi hanno eseguito iniezioni di differenti dosi di queste cellule retiniche in un solo occhio, quello in condizioni peggiori, di ciascun paziente.

Risultati sicuri e massima tolleranza

I risultati hanno evidenziato che dieci pazienti su diciotto hanno tratto sostanziali miglioramenti nella visione dell’occhio trattato, mentre gli altri hanno avuto effetti positivi più limitati. In tutti i casi le iniezioni sono risultate sicure e ben tollerate, fugando i dubbi rimasti relativamente all’uso delle staminali embrionali in ambito clinico. Il dibattito su queste cellule, note dal 1998, oltre che di natura etica, verteva anche sulla possibilità che le staminali aumentassero il rischio di sviluppare tumori.

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