Troppo stress al lavoro fa ingrassare le donne

Sono allarmanti i dati emersi dall’Ufficio britannico per le Statistiche Nazionali (ONS), secondo lo stress sul lavoro abbasserebbe notevolmente l’aspettativa di vita per le donne, che normalmente è invece superiore rispetto agli uomini

Dovrebbero preoccuparsi quindi soprattutto le donne in carriera, abituate a convivere con ritmi di vita lavorativi logoranti. Già altri studi hanno messo in luce come lo stress abbia ripercussioni sulla salute differenti per uomini e donne, soprattutto a livello del cuore, così come quello legato al lavoro causi spesso depressione e malattie cardiovascolari.

Ora emerge anche che lo stress lavorativo incide significativamente sulla longevità delle donne.

Aumentata la longevità ma diminuito il divario tra i sessi

Se si considera l’aspettativa di vita negli anni Ottanta, alla nascita era di 70,8 anni per un neonato di sesso maschile e di 76,8 per uno di sesso femminile, mentre oggi i nati tra il 2011 e il 2013, nonostante ci sia un’innalzamento della vita media (precisamente a 78,9 per i bambini e a 82,7 per le bambine), si è verificata una riduzione del divario tra i due sessi. Questo livellamento, secondo l’ONS, è da imputare al crescente numero di donne impegnate nel sistema produttivo che si avvicinano ad una condizione che una volta era prevalentemente maschile, con il conseguente aumento dei livelli di stress.

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“Tra aprile e giugno 2013, circa il 67% delle donne di età compresa tra i 16 ed i 64 anni era impegnata in una qualsiasi attività lavorativa, un aumento significativo se si pensa che nel 1971 erano il 53% – spiega il report Women in the labour market redatto dall’OMS – L’aumento della presenza delle donne in carriera è dovuto in parte all’aumento della percentuale di madri lavoratrici. Nel 1996 infatti, già il 67% delle madri sposate o conviventi con figli a carico svolgeva un’attività lavorativa, percentuale che nel 2013 è salita al 72%”.

Più donne lavoratrici, meno rischi di morte sul lavoro per gli uomini

“L’aspettativa di vita degli uomini è aumentata grazie all’abbassamento del rischio di morte sul lavoro –  spiega la dottoressa Morgan, ricercatrice presso l’ONS e coautrice dello studio – Per le donne il discorso è diverso: le politiche governative hanno messo pressione sulle donne affinché, indipendentemente dalla loro volontà, esse si impegnassero in un’attività lavorativa. Guardando le conseguenze involontarie che questa pressione economica ha esercitato sull’aspettativa di vita femminile, non so se sia stata fatta una buona cosa”.