La Russia rigetta i prodotti Apple dopo il coming out del CEO Tim Cook. Una statua in ricordo di Steve Jobs è considerata un mezzo di propaganda omosessuale

Il coming out del CEO di Apple Tim Cook non è stato ben accolto in Russia, dove la comunità gay non è certamente ben accetta. La statua commemorativa di Steve Jobs posta nel cortile dell’Università di San Pietroburgo è stata ieri rimossa perché considerata una forma di “propaganda pubblica della sodomia”. A dirlo è stato Maxim Dolgopolov, presidente della “Unione finanziaria del Nord-Ovest” che due anni fa aveva sponsorizzato l’installazione del monumento. La statua rappresentava un iPhone 4S alto 2 metri e permetteva di visionare la biografia del fondatore di Apple, che è stato ricordato da Cook in occasione dell’anniversario della sua morte, tramite uno schermo interattivo.

Con la legge contro la “propaganda omosessuale tra i minorenni” promossa dal deputato Vladimir Milonov, che ha suscitato diverse critiche in campo internazionale anche durante le Olimpiadi Invernali di Sochi 2014, la Russia è diventata decisamente una nazione ostile nei confronti della comunità LGBT.

“Apple è un’azienda di pederasti”

Dolgopolov ha dichiarato che la decisione di rimuovere la statua è nata dopo le rivelazione del whistleblower dello scandalo Datagate Edward Snowden e ha sottolineato che rimetterà il monumento al suo posto solo a una condizione: ogni russo interagendo con il touchscreen della statua potrà inviare un messaggio ad Apple in cui comunica di aver rinunciato ai suoi prodotti.

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Sulla questione è intervenuto anche Milonov, che ha auspicato che Cook non possa più entrare in Russia per sempre. “In Occidente – ha spiegato il deputato – sono tutti promiscui, cosa ci può portare qui ebola, AIDS, gonorrea? Ora tutti sanno che i prodotti Apple sono fatti dai pederasti e cominceranno a cambiare idea su di loro, dicendo che però sono gente di talento”. Ironia vuole che iPhone 6 abbia ottenuto un grande successo in Russia e che lo stesso Milonov possieda proprio un smartphone della Mela. L’autore della legge “anti-gay” ha però sottolineato che lo considera “solo un telefono, non sono mica feticista”.