Quando si diventa adulti? Fino a 30 anni il cervello continua a crescere

Sembra uno scenario da film di fantascienza e invece potrebbe essere realtà: gli esseri umani potrebbero essere in grado di controllare attraverso la mente le proprie funzioni biologiche, attivando geni con la sola forza del pensiero

Ad affermarlo e a crearne i presupposti è un team di ricercatori del Politecnico federale di Zurigo (Eth) in uno studio pubblicato su ‘Nature Communication’.

Mente e biologia sintetica collegate

Gli studiosi hanno stabilito una connessione tra pensieri e cellule, consentendo per la prima volta alle persone di “accendere” i geni dei topi, usando solo il proprio cervello.
“E’ la prima volta che qualcuno ha collegato la biologia sintetica e la mente”, ha spiegato Martin Fussenegger, bioingegnere a capo della ricerca.
Gli sviluppi possibili di questa straordinaria possibilità sono molteplici, primo fra tutti  quello di aiutare le persone che non sono in grado di muoversi, parlare e agire autonomamente, compiendo azioni indispensabili per la propria vita quali prendere un farmaco.
Anche chi soffre di epilessia potrebbe trarne sicuri benefici nel controllo delle convulsioni.

L’esperimento

Si è arrivati a questa incredibile scoperta inserendo un gene sensibile alla luce dentro cellule renali umane su un disco. Si è poi attivato il gene quando esposto alla luce infrarossa, programmando le cellule in modo tale che una volta attivato si inneschino una serie di reazioni chimiche a cascata fino all’espressione di un altro gene. Gli studiosi hanno messo poi le cellule in un impianto di piccolissime dimensioni, inserito sottopelle a un topo, accanto a un Led a infrarossi controllabile in wireless. Una membrana semipermeabile ha permesso quindi ai nutrienti vitali del sangue degli animali di raggiungere l’interno delle cellule. Dopo aver predisposto il topo al test, i ricercatori hanno fatto indossare a otto persone dispositivi EEG per controllare le onde cerebrali.

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Si è chiesto quindi ai volontari di evocare diversi stati mentali, riconosciuti dal dispositivo in base a diverse onde cerebrali. I partecipanti hanno appreso tecniche specifiche di meditazione per la produzione di un modello di “rilassamento” delle onde cerebrali, e hanno giocato al computer e hanno usato una tecnica nota come biofeedback, in cui hanno imparato per tentativi a controllare la propria mente allo scopo di accendere una serie di luci su un computer.

Una volta collegati all’impianto wireless del topo, i volontari sono stati in grado di accendere il led utilizzando uno dei tre stati mentali. Una reazione a catena, che ha portato all’attivazione del gene sensibile alla luce nelle cellule renali che, a sua volta, ha portato all’attivazione del gene bersaglio. Il risultato è la produzione di una proteina umana, passata attraverso la membrana dell’impianto e nel sangue del topo, dove è stata rinvenuta.