Dal San Gerardo il primo progetto italiano di teledialisi domiciliari online con l’Ospedale

Grazie alla collaborazione con Fresenius Medical Care, i pazienti effettuano il trattamento di emodialisi dalla propria abitazione con la migliore tecnologia e la massima sicurezza. Il progetto sarà presentato al prossimo congresso della Società Italiana di Nefrologia che si apre mercoledì a Catania

Per fronteggiare la cronicità in cui versano molti pazienti affetti da patologie progressive, realtà che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) costituisce la “nuova epidemia” con cui i sistemi sanitari di tutto il mondo dovranno confrontarsi, la tecnologia, unita all’eccellenza clinica di centri avanzati, può offrire soluzioni innovative grazie alle quali migliorare la qualità di vita dei pazienti e dei loro familiari e al tempo stesso consentire alle strutture ospedaliere il controllo remoto di molti pazienti, con un conseguente alleggerimento del costo del trattamento.

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E’ questo l’obiettivo su cui poggia l’innovativa collaborazione messa in atto dalla Direzione della Struttura Complessa di Nefrologia Azienda Ospedaliera San Gerardo, guidata dal prof. Andrea Stella, e Fresenius Medical Care, gruppo leader al mondo nella produzione di dispositivi medici e nella gestione globale di servizi per il trattamento dell’insufficienza renale. Con un sistema informatico di assistenza e controllo remoto, denominato Therapy Data Management System (TDMS), il team di clinici della struttura monzese è in grado, in tempo reale, di monitorare e raccogliere i dati del trattamento dialitico, direttamente scaricati dal rene artificiale presente al domicilio del paziente, sui computer della struttura ospedaliera a disposizione del team medico-infermieristico.

L’analisi dei dati avviene in tempo reale grazie a questo tipo di collegamento: questo permette al medico, in caso di anomalie o rilevazione non soddisfacente dei parametri misurati, un intervento immediato per risolvere il problema o per migliorare le performance della seduta dialitica.

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Nel territorio italiano sono circa 49.000 i pazienti sottoposti a terapia dialitica. Secondo il RIDT, Registro Italiano Dialisi e Trapianto, in Lombardia risultano essere circa 9.000 i pazienti in trattamento dialitico suddivisi tra emodialisi (82%) in e in dialisi peritoneale (18%). Nella provincia Monza Brianza i pazienti sono circa 900. (dati al 31/12/2010).

In Italia, l’invecchiamento della popolazione e la crescente esposizione a fattori di rischio sociali (tra cui sedentarietà e obesità) sta creando i presupposti per una riorganizzazione della Sanità, con una rivisitazione critica, in corso già oggi, degli attuali percorsi assistenziali e dell’organizzazione della medicina territoriale. L’approccio alla cronicità, accanto alla sempre più massiccia deospedalizzazione, dovrà tenere conto anche della sostenibilità finanziaria del sistema, richiedendo necessariamente una risposta complessa per un periodo prolungato di tempo, interventi coordinati di numerosi professionisti e l’uso di appropriati sistemi di monitoraggio, tutto ciò all’interno di un disegno che promuova l’empowerment dei pazienti stessi.

In Italia circa 5000 pazienti hanno scelto la dialisi domiciliare, rappresentata nella stragrande maggioranza dei casi dalla dialisi peritoneale. Secondo i dati del censimento 2010, condotto dalla Società Italiana di Nefrologia, circa il 25% di questi si affida totalmente al supporto dei familiari o di personale dedicato, come badanti o personale di RSA, quando disponibile.

Seppure la dialisi peritoneale rappresenti la metodica di prima scelta per i trattamenti dialitici domiciliari, in un certo numero di casi questa opzione non è praticabile per ragioni cliniche; la seconda opportunità è rappresentata dalla emodialisi, una metodica attualmente utilizzata quasi solamente nei trattamenti ambulatoriali effettuati in centri ospedalieri. La maggiore complessità operativa e la necessità di pungere l’accesso vascolare per effettuare una sorta di circolazione extracorporea, richiede solitamente la presenza di personale debitamente addestrato. La mancanza per l’appunto di organizzazioni territoriali dedicate rappresenta attualmente il vero tallone di Achille della metodica, che potrebbe essere utilizzata in un numero molto maggiore di pazienti , con evidente impatto positivo anche sui costi sanitari.

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Fresenius Medical Care, in collaborazione con l’Unità Operativa di Nefrologia e Dialisi dell’Azienda Ospedaliera San Gerardo di Monza, ha quindi messo a punto un sistema di monitoraggio e gestione dei pazienti in emodialisi domiciliare, basato su un collegamento via internet con il domicilio del paziente.

“Un paziente maggiormente informato e in grado di interagire proattivamente con il team disciplinare è il presupposto fondamentale per consentirgli la scelta del proprio trattamento, per migliorare la qualità della cure e l’appropriatezza dei servizi socio-sanitari erogati, spiega l’Ing. Silvia Civardi, Amministratore Delegato di Fresenius Medical Care Italia. “Il nostro impegno è da sempre quello di portare la tecnologia dove questa possa cambiare il modo di ‘curare’ i pazienti. Il controllo remoto di pazienti che dializzano significa portare il centro dialisi a casa del malato, significa offrire la possibilità di curarsi una malattia cronica nel proprio ambiente senza la paura dell’abbandono, tipica in queste situazioni”.

Il censimento 2010 della Società Italiana di Nefrologia ha messo in evidenza come i centri che effettuano regolari visite domiciliari ai loro pazienti, ottengano le maggiori riduzioni in termini di incidenza di peritoniti e riospedalizzazione, come di riduzione del drop-out dalla metodica domiciliare. I sistemi informativi e le nuove tecnologie di connessione sono in grado oggi di incrementare il contatto paziente-centro e di rendere più mirate le visite domiciliari, migliorandone l’efficacia e migliorando l’efficienza del personale ad esse dedicato.

In occasione del prossimo Congresso Nazionale della SIN-Società Italiana di Nefrologia, che si svolgerà a Catania dall’8 all’11 ottobre prossimi, l’esperienza monzese e la tecnologia TDMS saranno oggetto di discussione e confronto per gli oltre 1.200 Nefrologi attesi a Catania.

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