Google: il posizionamento è a sua discrezione

Google: per un giudice il posizionamento è a sua discrezione

Un giudice californiano ha stabilito che la politica di posizionamento di Google è protetta dal primo emendamento e quindi è a sua discrezione

Mentre nel Vecchio Continente Google deve affrontare un’infinita battaglia con l’Unione Europea per il posizionamento dei siti sul suo motore di ricerca, negli Stati Uniti un giudice californiano ha sancito che Big G possa decidere senza particolari restrizioni come organizzare i link su Google Search. Il magistrato Ernest H. Goldsmith della San Francisco Superior Court ha stabilito che sulla base del primo emendamento, che regola la libertà di parola nella costituzione americana, l’azienda di Mountain View può scegliere a sua discrezione come mostrare i risultati di ricerca senza alcun abuso di posizione dominante.

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Il posizionamento di Google è protetto dalla libertà di parola

La sentenza, datata 13 novembre e riportata dal sito Gigaom.com, nasce dal caso di CoastNews. Il sito di informazione affermava che Google poneva deliberatamente i suoi link in fondo ai risultati di ricerca nonostante su altri motori come Bing e Yahoo!, che ha recentemente acquisito BrightRoll, apparissero nelle prime posizioni. CoastNews era arrivata addirittura a sostenere che Big G tentasse in questo modo di eliminare un potenziale concorrente. Google ha risposto alle accuse con una pratica chiamata “anti-SLAPP”, un’azione giuridica volta a bloccare sul nascere le cause che riguardano la libertà di parola. Il giudice Goldsmith ha accolto l’istanza di Mountain View e ha confermato che le tecniche di posizionamento scelte da Big G sono correlate ad “un’attività costituzionalmente protetta”.

Questa inedita sentenza potrebbe avere effetto anche sulla posizione di Google in Europa, che da anni è accusata dagli editori di privilegiare i suoi servizi nell’ambito delle ricerche.

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