E’ frutto di uno studio statunitense la scoperta del “virus della stupidità”, un batterio chiamato ATCV-1 la cui presenza nell’organismo è stata correlata ad un abbassamento del quoziente intellettivo nelle persone e negli animali da laboratorio

Si tratta di un batterio simile al chlorovirus delle alghe, che è stato individuato per caso per la prima volta in un gruppo di persone sane, nell’ambito di un test relativo all’intelligenza.

QI più basso di 7-9 punti

Stando ai risultati pubblicati su ‘Proceedings’, rivista dell’Accademia nazionale delle Scienze Usa, il 44% degli individui risultati ‘positivi’ al cosiddetto “virus della stupidità” hanno riportato durante specifici test un quoziente intellettivo+ inferiori di 7-9 punti rispetto alla media. I test miravano a quantificare determinate capacità quali la concentrazione, il tempo impiegato ad immagazzinare informazioni visive e altre abilità varie. Precedenti ricerche avevano invece associato una diminuzione del quoziente intellettivo al virus dell’herpes simplex.

Memoria e capacità intellettive compromesse

Per confrontare i risultati, gli studiosi hanno quindi iniettato il medesimo virus in un gruppo di topi da laboratorio, ottenendo reazioni simili a quelle osservate nei partecipanti al test: uno scarso interesse per giochi nuovi, minor abilità nel problem solving, cioè la capacità di trovare soluzioni a problemi contingenti come quelli di trovare uscite e orientarsi.
L’autore principale dello studio, Robert Yolken, è convinto che questo virus potrebbe condizionare l’attività di geni delle aree cerebrali responsabili per la memoria e altre capacità intellettive.

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