Buone notizie sul fronte inquinamento nelle aree urbane: calano del 50% in 12 anni le emissioni di polveri sottili (PM10) dei trasporti su strada e scendono del 63% anche quelle industriali

Certo non siamo ancora a risultati ottimali di concentrazioni di polveri sottili, che rimangono comunque troppo elevate e incidono sull’inquinamento urbano, che è dannoso per la salute e accelera l’invecchiamento della pelle. Chissà se in un futuro prossimo ci verrà davvero in aiuto la speciale tuta anti-smog, che grazie a una tecnologia dedicata è in grado di simulare l’effetto di depurazione dell’aria dagli eccessi di C02 che segue i temporali.

L’auto privata rimane il mezzo preferito

Però un miglioramento c’è ed è stato rilevato dal decimo rapporto dell’Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) sulla qualità dell’ambiente urbano, che ha considerato i dati di 73 città italiane  (capoluoghi di provincia con popolazione superiore ai 50.000 abitanti e tutti i capoluoghi di regione).

Il rapporto mette in luce una preferenza della vita in provincia rispetto alla città e la tendenza a spostarsi sempre meno. Nonostante si dichiari di accordare una preferenza ai mezzi di trasporto pubblico, nelle aree urbane non c’è un’adeguata offerta e l’auto privata è ancora il mezzo più usato. Fa eccezione il sistema delle metropolitane, che funziona bene.

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Drammatico il consumo del suolo

“In Italia – spiega l’Ispra – nascono nel 2013 circa 600 imprese in più rispetto al 2012, ma quelle che chiudono rappresentano il numero più alto degli ultimi cinque anni.”

Dal 2000 al 2012, le emissioni di PM10 risultano quasi sempre in diminuzione nelle aree urbane, con un calo complessivo del 37%. Alle riduzioni del settore trasporti e industriale, va aggiunto l’aumento del 47% dovuto al riscaldamento.

Il report segnala come “sempre più drammatica” la situazione del consumo del suolo, con i valori più preoccupanti a Napoli e Milano, superiori al 60%, e a Torino e Pescara con oltre il 50%. L’area totale a rischio sismico in 45 città è pari a circa 244 kmq, pari al 2,5% del territorio. La pericolosità è “assai rilevante a Reggio Calabria, Messina, Catanzaro e Cosenza” ma anche a “L’Aquila, Benevento, Trieste, e Perugia”.