Ispra-Federambiente lo rileva nel suo ultimo rapporto: in Italia si potrebbe far fronte al fabbisogno energetico di metropoli come Napoli o Torino trattando i rifiuti urbani

Secondo il rapporto, nel 2013 il recupero di energia si è più che raddoppiato rispetto al 2003. Nel territorio italiano sono operativi 45 impianti di incenerimento per una capacità di trattamento di 7,3 milioni di tonnellate all’anno.  Sembra quindi che il recupero di energia dai rifiuti sia diventato ormai imprescindibile.

Italia all’avanguardia in quest’ambito

Dal punto di vista impiantistico, l’Italia non ha niente da invidiare ai Paesi europei più avanzati, anche per tecniche adottate e prestazioni ambientali conseguite. L’analisi dei dati sulla gestione dei rifiuti urbani nei 28 Paesi dell’Unione mette in luce che il 15% dei rifiuti urbani gestiti da tutti gli Stati membri è avviato a compostaggio, il 28% a riciclaggio, mentre il 24% è avviato a incenerimento. Il 33%,invece viene smaltito in discarica. Di recente è stato lanciato un allarme nel nostro Paese, in quanto una gestione sbilanciata della spazzatura che punta troppo sulle discariche e poco sulla raccolta differenziata rischia di riempire l’Italia di immondizia entro due anni. Migliorare la differenziata è quindi l’obiettivo primario, basti pensare che  l’Ue ha multato il nostro Paese di 158mila euro al giorno più 60 milioni di sanzione forfettaria per la cattiva gestione dei rifiuti.  Colpa anche di quel 42,3% di rifiuti che continua ad finire in discarica.

E’ importante sottolineare che l’incenerimento con recupero energetico dei rifiuti non va considerato in contrapposizione al riciclaggio, come dimostrato dalle elevate percentuali di riciclaggio registrate nei Paesi che dove si ricorre maggiormente all’incenerimento.

Leggi anche:  Tutti i concerti a Villa Erba: un palcoscenico di eccellenza sul Lago di Como

Incenerimento e riciclaggio non sono in contrapposizione

In Germania per esempio i rifiuti inceneriti sono il 35% mentre quelli destinati al riciclaggio si attestano al 65%. Un altro riferimento sono i Paesi Bassi, dove a una percentuale d’incenerimento del 49% coesiste con una percentuale di riciclaggio pari al 50%.

Riguardo ai residui del trattamento, nel 2013 la produzione di scorie è stimata intorno a quasi 993 mila tonnellate, alle quali si aggiungono oltre 389 mila tonnellate di residui del trattamento fumi. L’82% è stato destinato a recupero, mentre il restante 18% è stato smaltito.