Sembra che negli Stati Uniti la maggioranza dei vegetariani e vegani non riesca a restare fedele alla propria scelta: 4 su 5 non resistono al regime dietetico senza proteine animali e ritornano alla carne

A rivelarlo è un’indagine statunitense condotta su 11mila adulti dallo Humane Research Council, un ente che si occupa di difesa degli animali.

Un senso di esclusione sociale

Ma perché i vegetariani rinnegano le proprie scelte? Tra i motivi principali che hanno portato a cambiare idea l’84% degli americani che seguivano questo tipo di dieta, spiccano le continue tentazioni e un senso di esclusione e diversità.

Tra in rinunciatari, più della metà (53%) abbandona il vegetarianesimo dopo un anno, il 30% non resiste più di tre mesi. Eppure è stato dimostrato che la dieta vegetariana aiuta ad abbassare la pressione ed è un ottimo elisir di lunga vita. I dati rivelano che solo una persona su cinque riesce a restare fedele alla propria scelta.

La difficoltà nel rinunciare alle proteine animali è accentuata in America dall’enorme consumo pro capite di carne, circa il doppio rispetto al nostro. Ecco perché la decisione di condurre stili di vita alternativi impatta in maniera molto più significativa sulle abitudini alimentari delle persone, in un paese dove il consumo di carne è radicato profondamente nella cultura e nella società.

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In Italia un terzo rinuncia parzialmente alla scelta vegetariana

Nel mondo in media ogni abitante consuma 42 kg di carne all’anno, per un totale di 300 milioni di tonnellate ogni anno.  In Italia secondo Eurispes abbiamo 4,2 milioni di vegani e vegetariani, il 7,1% della popolazione (per lo 0,6% vegani). Uno stile di vita così sentito che sono persino nate le Pharmavegane, farmacie che vendono solo prodotti “eticamente corretti”. Nel nostro Paese si stima che solo un terzo, dopo un anno, rinuncia parzialmente alla propria scelta, mangiando soprattutto pesce e limitando comunque il consumo di carne rossa.
E’ ancora l’India a detenere il record di persone che non mangiano carne (il 30%), mentre in Europa è la Germania, con l’8,6%.