Ansia e intelligenza vanno a braccetto, secondo quanto sostenuto da uno studio canadese: chi pensa troppo e vive in modo apprensivo, preoccupandosi costantemente degli eventi, a quanto pare è dotato di un’intelligenza mediamente superiore a chi ha uno stile di vita più rilassato

Se da un lato “ruminare” mentalmente è spesso causa di stress e malesseri, anche per le persone che vivono a contatto con chi è ansioso, d’altra parte questa condizione sarebbe rivelatrice di capacità linguistico-verbali spiccate. Si tratta della capacità di parlare e scrivere facilmente, con i termini appropriati, così come l’abilità nel convincere, insegnare, esporre dei concetti anche complessi, la padronanza della sintassi e anche l’uso umoristico delle parole.

Un’intelligenza verbale superiore

A sostenere questa tesi è un team di ricercatori della Lakehead University nello stato dell’Ontario, che ha sottoposto 126 giovani a test di intelligenza e a diversi questionari per testarne i livelli di ansia, depressione, timidezza, paura, ruminazione mentale (la tendenza ad avere pensieri ossessivi rivolti agli eventi futuri). Tutti questi comportamenti scatenano una iperattivazione delle facoltà cognitive, accompagnata spesso da pensieri negativi. Tuttavia i test hanno rilevato chiaramente un rapporto direttamente proporzionale tra preoccupazioni e risultati elevati ottenuti nei test di intelligenza verbale. Identico legame per la depressione: chi ne mostrava segni conclamati otteneva anche i migliori test linguistici.

Più abili ad analizzare gli eventi

Gli studiosi sostengono quindi che chi ha la tendenza a rimuginare e a vivere in un perenne stato d’ansia abbia una particolare capacità di analisi rispetto agli altri, come spiega alla rivista scientifica Personality and Individual Differences uno di loro: “È possibile che gli individui con una maggiore intelligenza linguistico-verbale siano più abili nell’analizzare gli eventi presenti e futuri nel dettaglio e che proprio questa loro caratteristica li esponga a rimuginìo e ruminazione”.
L’aspetto interessante della ricerca è rappresentato anche dall’accenno ad una motivazione ancestrale dietro questi comportamenti, dato che è proprio questo approccio alla vita che fa la differenza nella selezione naturale: la capacità di anticipare i pericoli grazie alla preoccupazione. Tuttavia, ogni eccesso porta con sé aspetti negativi. Alla lunga, se ci si lascia sopraffare dai pensieri negativi, l’ansia può abbassare le difese immunitarie ed esporre alle malattie.

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