C’è una nuova mania che sta prendendo piede tra le persone che soffrono di depressione: si chiama “binge whatching” (binge in inglese significa “frenesia”) ed è l’impulso irrefrenabile e compulsivo di guardare la televisione fino a stordirsi

Quello della tv non è l’unico schermo davanti al quale i binge whatchers trascorrono ore e ore senza rendersene conto: anche computer, tablet e smartphone tengono i depressi attaccati al mondo virtuale dei social network e dei videogiochi. Finora avevamo sentito il termine “binge” a proposito del binge drinking, le abbuffate di alcol che vanno di moda soprattutto tra gli adolescenti, distruggendone il sistema immunitario. Adesso il termine è stato associato anche ad una nuova malattia, alimentata dall’era digitale. Sono soprattutto le persone sole e vittime della depressione a soffrirne, in quanto l’ansia di cui sono vittime impedisce loro di confrontarsi serenamente con il mondo esterno e li porta spesso a isolarsi all’interno delle mura domestiche.

Maratone di serie tv

Una ricerca della Università del Texas parla del binge whatching come di una sorta di patologia strettamente legata al calo di interesse per la vita.
Il risultato è che una persona può ritrovarsi a guardare la TV anche per 24 ore di seguito, passando da un canale all’altro, dedicandosi anche a vere e proprie maratone di serie televisive. Purtroppo a rendere il quadro ancora più preoccupante è la constatazione che il campione, costituito da gente giovane (18-29 anni), ha confermato che sono proprio i più giovani a soffrirne. Di 316 soggetti, una gran parte praticava il binge watching, manifestando anche sintomi di disagio sociale e di depressione.

Leggi anche:  Depurare il fegato dopo un'abbuffata: guida all'alimentazione