Si chiama Martin Pistorius il 39enne che dopo una paralisi lunga 10 anni si è svegliato dal coma e ha dichiarato, tra lo stupore dei presenti, di aver “visto e sentito tutto”

Sappiamo già che il cervello umano in stato vegetativo può reagire a stimoli esterni, come il caso del 34enne in coma che mostrava reazioni guardando un film di Hitchcock. Ma la storia di Martin,  drammatica come molte altre, ha un lieto fine incredibile: un bambino di dodici anni a cui i medici non avevano dato speranze:

“Resterà per sempre col cervello di un bambino di tre anni, prendetevi cura di lui finché non morirà”, avevano detto ai suoi genitori Joan e Rodney. Martin viveva in casa con loro e con i due fratelli in Sudafrica, coltivando il sogno di diventare un tecnico elettronico. Un giorno, al ritorno da scuola, il bambino lamenta un banale mal di gola, che i medici imputano ad una meningite da criptococco: con il passare del tempo il suo corpo si debilita, finché Martin non può più camminare e perde la capacità di parlare.
Alla fine, arriva la paralisi totale.

Ma il ragazzo non muore, contrariamente a quanto avevano previsto i medici, e i suoi genitori si prendono cura di lui mattino e sera, accompagnandolo ogni giorno in un centro di riabilitazione.

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Era completamente impotente

“Gli davamo da mangiare, lo mettevamo a letto e io mettevo la sveglia ogni due ore per girarlo dall’altro lato in modo che non subisse piaghe da decubito”, racconta il papà Rodney. Questa vita è andata avanti per dieci anni e Martin si ricorda anche di aver sentito sua madre sussurrargli all’orecchio: “Spero tu possa morire”.
Il ragazzo ora dichiara di aver sentito ogni cosa, ma di non essere stato in grado di fare nulla, completamente impotente e impossibilitato a parlare, muoversi o semplicemente piangere.
Dopo il risveglio, il ragazzo ha cominciato a comunicare con l’aiuto di un programma e del sostegno dei genitori: oggi, dopo aver studiato al college, Martin ha raccontato la sua storia in un libro, “Ghost Boy: My Escape From a Life Locked Inside My Own Body”.