Lavoro, un terzo degli annunci online è nell’industria

Lo dicono i dati dell’Osservatorio Lavoro Wollybi, piattaforma dello spin-off Tabulaex dell’Università di Milano-Bicocca. Oltre 700 mila gli annunci di lavoro sul web analizzati da febbraio 2013. Presentate anche le opinioni della rete su EXPO 2015 attraverso più di 338 mila tweet e 120 mila account esaminati da luglio 2014

Un terzo delle 700 mila offerte di lavoro pubblicate online in Italia fra febbraio 2013 e dicembre 2014 riguarda posizioni nel settore dell’industria. Nel 54 per cento dei casi non è specificato il contratto di lavoro offerto, mentre le assunzioni permanenti sono il 5 per cento e quelle a termine il 30 per cento.

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Sono dati dell’Osservatorio Mercato del Lavoro presentati questa mattina all’Università di Milano-Bicocca nel corso del lancio della nuova piattaforma WOLLYBI – l’Osservatorio digitale dei servizi (www.wollybi.it) realizzata da Tabulaex, spin-off dell’Ateneo, in collaborazione con CRISP – Centro di Ricerca Interuniversitario per i Servizi di Pubblica utilità.

La piattaforma, che per ora ospita due osservatori, quello sul mercato del lavoro e l’Osservatorio Expo Milano 2015, ha analizzato circa 700 mila annunci di lavoro pubblicati da febbraio 2013 alla fine di dicembre 2014 su siti delle testate giornalistiche nazionali, motori specialistici per l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro e siti delle maggiori Agenzie per il lavoro. L’approccio di Wollybi è basato sull’analisi dei Big Data ed è in continuo aggiornamento. L’Osservatorio Mercato del Lavoro si articola in una overview generale più tre macro-aree che consentono di “navigare” tra i dati analizzando gli andamenti territoriali, fino al dettaglio del singolo comune, le professioni e le skill. Per ciascuna macro-area è poi possibile approfondire l’analisi osservando i contratti, i settori economici, i titoli di studio e le serie storiche degli annunci.

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Tornando ai dati, sul fronte delle competenze le più richieste a livello professionale sono, nell’ordine, esperienza (in 381.377 annunci), conoscenza di software (in 70.203 annunci), conoscenza di linguaggi di programmazione (in 36.429 annunci); mentre a livello personale spiccano quelle comunicative e di relazione (in 79.254 annunci), flessibilità rispetto all’orario di lavoro (in 64.298 annunci). Saper lavorare per obiettivi compare in 25.049 annunci.
Per quanto riguarda il titolo di studio, non è specificato nel 56.57 per cento degli annunci, mentre il diploma è richiesto nel 19 per cento delle offerte e la laurea nel 23.

[blockquote style=”4″]«Wollybi – ha detto Mario Mezzanzanica – è un osservatorio digitale che si pone l’obiettivo di migliorare la conoscenza dei fenomeni osservati attraverso l’analisi dei Big Data. Nasce affrontando due temi di grande attualità: il Mercato del Lavoro e EXPO 2015. È certamente la prima esperienza nel nostro paese e in Europa che raccoglie in modo sistematico l’informazione degli annunci di lavoro del web, li analizza semanticamente e li rende disponibili al pubblico. Conoscere le professioni richieste dalle aziende, le competenze e conoscenze ad esse associate, il territorio nel quale si dovrà affrontare l’attività lavorativa e molte altre informazioni, rappresenta un’importante contributo al miglioramento dell’efficienza ed efficacia per gli attori del mercato del lavoro, dell’istruzione e della formazione professionale».[/blockquote]

L’Osservatorio Expo 2015 ha preso in esame, a partire da luglio 2014, 338.053 tweet prodotti da 119.150 account che hanno utilizzato hashtag legati all’evento. L’analisi continuerà fino alla conclusione di Expo.

I cinque termini più utilizzati nei tweet su Expo sono, nell’ordine, bronzi, arte, lavoro, padiglione e cultura. È stata effettuata una sentiment analysis su quattro temi: appalto, biglietti, cantiere e turismo. “Cantiere” è decisamente il tema che genera il sentiment più negativo (il 39.66 per cento), mentre “biglietti” ha ben l’80.7 per cento di commenti positivi. La lingua più utilizzata è l’italiano (80.49 per cento dei tweet) seguito a grande distanza dall’inglese (14.72 per cento). Sul fronte mobile, si twitta soprattutto su Iphone (11.23 per cento), poi su smartphone con Android (4.96 per cento) e infine dagli Ipad (4.96 per cento).
Infine, nei tweet creati da account di notizie il termine più usato è madeinitaly.

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I dati sono stati discussi in una tavola rotonda, moderata da Luca Tremolada, giornalista di Nòva 24 – Il Sole 24 Ore, alla quale hanno partecipato Mario Mezzanzanica, , professore di Sistemi informativi dell’Università di Milano-Bicocca e tra gli ideatori di Wollybi, Andrea Fioni, Responsabile Centro Studi Assolombarda, Danilo Porro, Prorettore alla valorizzazione della Ricerca dell’Università di Milano-Bicocca, Ivana Pais, Ricercatrice in Sociologia dei processi economici e del lavoro dell’Università Cattolica di Milano, Gianpaolo Montaletti, Direttore Vicario ARIFL (Agenzia regionale per l’Istruzione, la Formazione e il Lavoro) della Regione Lombardia.