IBM licenzia 111.800 dipendenti? Tutto falso

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La notizia riportata da Forbes è una bufala d’altri tempi: l’azienda punta forte su cloud, analytics, sicurezza, mobile e social accantonando solo una piccola parte della sua forza lavoro

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Nella giornata di ieri, Ben Kepes di Forbes aveva lanciato la bomba secondo cui IBM sarebbe stata pronta a licenziare 111.800 dipendenti in tutto il mondo, in quello che era stato definito il più grande taglio corporate della storia. Evidentemente questa volta la ricerca dello scoop e di un titolo sensazionale sono andati ben oltre la realtà dei fatti. Secondo Forbes, IBM avrebbe fatto a meno nel breve periodo (si parlava di fine febbraio) del 26% della sua intera forza lavoro, per lo più operante negli Stati Uniti. Il motivo principale era la perdita triennale del fatturato, tale da richiedere una pesante ristrutturazione di una delle più famose aziende hi-tech al mondo, sicuramente tra quelle ad aver fatto la storia dell’informatica. Quello del 2015 sarebbe stato il licenziamento di massa più importante per IBM dopo i 60.000 avvenuti nel 1993.

Licenziamenti si, ma solo poche migliaia

A smentire la notizia diffusa da Forbes ci ha pensato la stessa IBM che ha così tranquillizzato parte dei suoi lavoratori, anche in Italia. Ecco il testo integrale:

IBM abitualmente non fa commenti sui rumors, tantopiù se ridicoli o senza fondamento. Se qualcuno avesse verificato le informazioni messe a disposizione con l’annuncio dei risultati finanziari, o avesse semplicemente chiesto, si sarebbe reso conto che IBM ha già annunciato l’accantonamento di 600 milioni di dollari per il ribilanciamento della forza lavoro. La cifra equivale ad alcune migliaia di persone, una mera frazione di quanto riportato. L’anno scorso IBM ha assunto 45.000 persone. Al momento le posizioni aperte in tutto il mondo sono 15.000 e coprono le aree tecnologiche a maggior crescita come il cloud, gli analytics, la sicurezza, il mobile e il social. Questo evidenzia il fatto che l’azienda continua a riequilibrare gli skill professionali laddove vengono individuate le migliori opportunità di business.”

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E’ chiaro che una base di verità c’è: verranno fatti dei tagli nell’ordine di qualche migliaia di persone (2.000? 3.000? 4.000?) ma non lo spropositato numero espresso ieri dalla testata internazionale. Dato per scontato che ogni singola persona che perderà il lavoro sarà una sconfitta per l’azienda (tocca vedere se si tratterà di rimodulazione dei contratti, pre-pensionamenti, ecc.) siamo lontani dalla catastrofe aziendale annunciata da Forbes.