Stampa 3D: scenari futuri per la produzione industriale e la supply chain

A cura di Hans-Georg Kaltenbrunner, VP Manufacturing Strategy EMEA di JDA

La stampa 3D ha percorso molta strada in un periodo di tempo estremamente breve. Inizialmente creata da Charles Hull negli anni ottanta come uno strumento per realizzare semplici oggetti in polimeri, oggi grazie alla tecnologia trova importanti applicazioni in diversi settori manifatturieri, dalla realizzazione di componenti per aerei e macchine da corsa, al campo delle protesi.

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Le potenzialità della stampa 3D potrebbero far crescere il mercato globale della stampa 3D fino a 16,2 miliardi di dollari entro il 2018, secondo le previsioni della società di analisi Canalys. Il settore manifatturiero e i processi di gestione della supply chain e della logistica ad esso associati saranno influenzati, se non addirittura rivoluzionati, dalla diffusione della stampa 3D.

Benché la produzione in alcuni Paesi sia a basso costo, gestire una rete logistica globale non lo è, soprattutto se consideriamo i costi di trasporto. La stampa 3D può ridurre questi costi consentendo alle aziende di collocare i centri manifatturieri più vicino ai mercati strategici, accorciando la catena di fornitura e contribuendo a ridurre le emissioni inquinanti.

I centri manifatturieri dislocati a livello regionale possono anche soddisfare meglio le esigenze di disponibilità di scorte, in particolare per le parti di ricambio e per la produzione di beni di consumo personalizzati. La tecnologia di stampa 3D consentirà alle aziende manifatturiere di realizzare prodotti su ordinazione in modo molto più semplice, contribuendo a contenere i costi e ridurre al minimo gli scarti.

Al diminuire del costo della stampa 3D vedremo emergere imprese manifatturiere specializzate nella fornitura di prodotti semplici, come le piccole parti di ricambio. Col tempo la stampa 3D farà sì che le aziende manifatturiere tradizionali si focalizzino sulla realizzazione di prodotti ad elevato contenuto tecnico e specialistico. I prodotti meno specializzati verranno realizzati dai punti di stampa 3D, mentre i beni più economici, atti a rispondere ad esigenze occasionali, col tempo verranni stampati/prodotti dai consumatori stessi. In futuro, giocattoli in plastica e custodie per smartphone, solo per fare alcuni esempi, verranno principalmente venduti scaricando un file di stampa 3D.

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In un mondo orientato alla “consegna entro 24 ore”, in cui i clienti desiderano ricevere rapidamente i prodotti, la stampa 3D consentirà alle aziende di consegnare le merci in tempi più rapidi, contribuendo a soddisfare la domanda crescente di beni personalizzati. Nell’immediato futuro, la personalizzazione dei prodotti – che sta già coinvolgendo il mercato dell’abbigliamento e delle calzature – vedrà un prezioso alleato nelle tecnologie di stampa 3D per personalizzare anche beni più complessi, come mobili o veicoli.

Al di fuori del settore manifatturiero, la tecnologia di stampa 3D è destinata a cambiare il modo in cui i fornitori di servizi logistici 3PL (Third Party Logistics Providers) operano, in particolare quelli che offrono servizi globali. La tecnologia ridurrà progressivamente la dipendenza delle aziende manifatturiere dalle capacità distributive delle terze parti e queste ultime dovranno adattarsi. Per questo motivo, i fornitori di servizi logisitci potrebbero far evolvere il loro portfolio includendo servizi di stampa 3D.

Questo scenario vedrà nuove imprese agire essenzialmente da distributori e produttori a valore aggiunto, utilizzando licenze IP per realizzare i prodotti delle aziende a livello locale e consegnare le merci. Inoltre, questo approccio potrebbe contribuire a rendere l’industria manifatturiera più sostenibile poiché i prodotti così realizzati avranno un impatto ambientale inferiore dovuto alla riduzione della movimentazione fisica di materiali e merci.

La maggior parte di ciò che viene qui delineato non avverrà nell’immediato futuro, ma è chiaro che la progressiva diffusione della stampa 3D determinerà nuovi modelli produttivi e distributivi, che imporranno alle aziende un ripensamento dei propri processi di supply chain, per renderli più agili, flessibili, in grado di sostenere processi di progettazione e produzione con tempi ridotti, o addirittura in tempo reale.

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Secondo alcuni, questa forma di produzione, in particolare per quanto riguarda i beni di largo consumo, potrebbe incrementare gli sprechi. Tuttavia, i materiali utilizzati per la stampa 3D sono principalmente materie plastiche lavorate a caldo, facili da riciclare. La stampa 3D ha dunque anche il potenziale per contribure a creare processi produttivi a minore impatto ambientale. L’uso di materie plastiche e materiali riciclati consentirebbe la creazione di un ciclo virtuoso della supply chain. I clienti potrebbero riciclare i beni usati, danneggiati o indesiderati riportandoli ai propri negozi locali di stampa 3D, per essere fusi e trasformati in nuovi prodotti.