Chi è più stressato ha una capacità inferiore di provare empatia verso le altre persone: ad affermarlo sono gli psicologi della McGill University di Montreal

La ricerca, pubblicata sulla rivista Current Biology, spiega quindi il motivo per cui a volte si fa fatica a legare con gli sconosciuti, verso i quali si prova un sentimento di estraneità.

Il test con l’acqua ghiacciata

E’ già stato dimostrato come lo stress sia “contagioso”, per arrivare a comprendere invece il legame tra stress ed empatia, gli studiosi hanno confrontato le reazioni di un gruppo di studenti universitari a stimoli dolorosi in diversi contesti: da soli, con un amico, con uno sconosciuto, tra due sconosciuti ai quali era stato somministrato un farmaco anti-stress e tra due sconosciuti che avevano prima trascorso 15 minuti insieme giocando ad un videogioco. Il test consiste nell’immergere la mano nell’acqua ghiacciata: la sensazione dolorosa che ne consegue è stata percepita con maggior intensità nei soggetti in presenza di amici rispetto a chi si è sottoposto all’esperimento in solitudine o insieme a sconosciuti.
Il professor Jeoffrey Mogil, a capo della ricerca, spiega che il test è «indice della presenza di una forte empatia tra gli individui, che stanno percependo il dolore gli uni degli altri».
Il risultato più significativo però è quello rilevato nei casi di somministrazione del farmaco che blocca gli ormoni dello stress: i soggetti riferivano dolore ma si mostravano più empatici verso gli sconosciuti.

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Anche giocare insieme aiuta

Non è una novità infatti che la presenza di persone che non si conoscono contribuisca ad aumentare il livello di stress negli esseri umani. La ricerca sostiene che lo stress bloccherebbe la capacità di lasciarsi contagiare emotivamente dal dolore, che è il presupposto per provare empatia nei confronti degli altri.
«Anche un’esperienza condivisa, pur così superficiale come giocare insieme ad un videogioco, può spingere le persone dall’”estraneità” all’”amicizia” e generare livelli significativi di empatia», ha commentato Mogil spiegando come mai gli stessi risultati di maggior empatia si erano registrati nei casi in cui gli studenti avevano giocato al videogioco prima dell’immersione nell’acqua fredda.
I ricercatori hanno osservato lo stesso fenomeno anche nei topi: dopo la somministrazione del farmaco, hanno avuto comportamenti familiari anche con animali sconosciuti.
«Ciò potrebbe suggerire che i topi sono più complicati di quanto pensiamo oppure che i principi sottostanti le interazioni sociali umane sono più semplici di quanto pensiamo. Quando si tratta di comportamento sociale, anche i topi sono persone» ha concluso Mogil.