Nasce dal lavoro di uno studio giapponese la ricostruzione in provetta delle cartilagine, il tessuto che riveste le articolazioni e che viene danneggiato dall’artrosi

La cartilagine artificiale è stata ottenuta riprogrammando le cellule staminali adulte: dopo un test positivo su piccoli animali, potrebbero prospettarsi nuove interessanti ipotesi di cura per l’artrosi, che sembra possa migliorare con un’ora di cammino al giorno.

Una speranza per curare l’artrosi

Il team dell’università di Kyoto, coordinato da Noriyuki Tsumaki, ha ottenuti risultati eccezionali, pubblicati sulla rivista Stem Cell Reports. Si tratta ancora della prima fase sperimentale, ma le speranze sono molte su questo nuovo progetto, che è partito con esiti promettenti. Del resto, i tessuti in provetta per realizzare muscoli e altri pezzi di ricambio per il corpo stanno diventando sempre più una realtà. Anche gli organi artificiali presto saranno a disposizione di tutti, come nei film di fantascienza.

Spesso gli anziani, ma non solo, accusano dolori alle ginocchia e alle articolazioni, che sono dovuti alla perdita di cartilagine ialina, il tessuto che riveste le articolazioni. Questo tessuto, costituito da cellule chiamate condrociti, non è in grado di rigenerarsi da solo.
Di solito una delle vie percorribili per il recupero è il trapianto di condrociti prelevati dallo stesso paziente, ottenendo però un collagene di tipo I, lo stesso che è alla base delle cicatrici e che impoverisce i condrociti delle loro proprietà.

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Cellule ringiovanite

Ecco perché i giapponesi hanno pensato di riprogrammare i condrociti per farli tornare “indietro nel tempo”, come se fossero ad uno stadio giovanile e indifferenziati. Con l’espansione delle cellule si arriva alla cartilagine adatta per risanare le articolazioni danneggiate dall’artrosi. Gli scienziati hanno deciso quindi di trapiantare queste cellule su topi, ratti e piccoli maiali. Gli studiosi spiegano che “sono risultati preliminari, ma danno buone indicazioni sulla sicurezza. Il prossimo passo sarò fare un trapianto su animali più grandi”.