E’ stato dimostrato che un quarto degli adolescenti con l’asma e disturbi respiratori si ammala fra le mura domestiche: il 25% delle case italiane supera il limite dei livelli di biossido di azoto, inquinante per le vie aeree

E’ dunque erroneo pensare che l’asma, la cui insorgenza è aumentata del 60% con la crisi economica, sia collegata solo alle fioriture e ai luoghi molto polverosi: la maggior parte delle allergie che scatenano l’asma si prendono in casa. E’ quanto emerso da uno studio dell’Istituto di biomedicina e immunologia molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibim-Cnr) sull’inquinamento degli ambienti domestici, pubblicato sulla rivista Environmental Research. I risultati sono stati presentati a Roma, presso il Ministero della salute nel corso del workshop “L’Inquinamento atmosferico interno e salute nelle scuole italiane”.

“La valutazione di oltre 300 abitazioni domestiche della città di Palermo ha messo in evidenza come i livelli di biossido di azoto (NO2) superino nel 25 per cento dei casi i limiti (40 Aµg/m3) indoor definiti dall’Organizzazione mondiale della sanità'”, ha spiegato Fabio Cibella dell’Ibim-Cnr.

Il biossido di azoto è il principale responsabile

“I livelli più elevati di NO2, un inquinante secondario irritante per le vie aeree e prodotto da qualsiasi processo di combustione in atmosfera, sono stati messi in relazione ad una maggiore prevalenza di disturbi respiratori negli adolescenti. E’ risultato esposto ad elevate concentrazioni di NO2 nella propria abitazione quasi il 90 per cento dei soggetti asmatici, mentre il 22 per cento dei soggetti allergici ed esposti a elevate concentrazioni di NO2 indoor presentano asma corrente. Anche la funzione respiratoria, misurata mediante spirometria,è risultata peggiore del 15 per cento nei ragazzi esposti a livelli più elevati di NO2 con storia di asma”.

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