Un ricercatore italiano della Columbia University di New York accende la speranza nei malati di cancro al cervello: lo studioso ha messo a punto una cura intelligente che apre la strada all’utilizzo di farmaci su misura

La ricerca, pubblicata su Cancer Clinical Research, è stata condotta da Antonio Iavarone e dalla moglie Anna Lasorella. Il team ha trattato due pazienti affetti da glioblastoma recidivato positivi alla mutazione bersaglio scoperta dallo specialista italiano:

“Una condizione che funziona sul tumore come una droga – spiega lo scienziato – Il cancro diventa dipendente dalla presenza continua e costante della molecola anomala prodotta dalla fusione dei 2 geni”.
In pratica, impedendo al tumore di nutrirsi della molecola, gli si impedisce di rifornirsi dal Dna malato.
Di recente il German Cancer Research Center, Heidelberg ha approntato un vaccino in grado di proteggere dai tumori al cervello, stimolando il sistema immunitario ad attaccare le cellule anomale. E’ stato dimostrato inoltre che questo tipo di tumore ha il doppio di probabilità di insorgere se si fa un uso intensivo – basta mezz’ora al giorno – del telefono cellulare.

Verso un farmaco su misura

“Abbiamo osservato che i pazienti rispondono particolarmente bene alla terapia con una molecola che blocca una delle 2 metà (Fgfr) della proteina di fusione, producendo un miglioramento clinico e la riduzione radiologica del tumore. Le risposte cliniche sono durate 115 e 134 giorni rispettivamente”, spiega lo studioso italiano.

“Nello studio è stato anche rilevato che la proteina di fusione è presente in una quota significativa dei 795 casi di glioma esaminati”. Dati che mettono le basi per formulare un farmaco intelligente in grado di colpire anche l’altra metà (Tacc) della molecola anomala. Al momento la ricerca ha all’attivo solo due risultati positivi, ma Ivarone si dichiara ottimista: “È possibile sperare di arrivare un giorno ad avere per questo tumore qualcosa di simile a quello che è stato il Glivec (imatinib) per le neoplasie del sangue: il primo farmaco su misura”.

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