A Milano in tassisti hanno fermato il traffico per protestare contro Uber. A Torino il sindaco ha sottolineato che il problema è di carattere nazionale

Nonostante i tentativi di riconciliazione di Uber con le autorità europee, continuano le proteste dei tassisti contro il servizio di noleggio conducente via smartphone. Questa mattina a Milano, sede di numerosi cortei contro l’app di San Francisco, diverse vetture bianche hanno fermato il traffico fra Linate e il centro città creando diversi disagi agli automobilisti. Circa 60 taxi si sono poi uniti al presidio degli allevatori di Copagri sotto il Pirellone, sede del Consiglio regionale della Lombardia.

I primi focolai di protesta sono nati martedì durante la Conferenza della Mobilità, evento durante il quale l’assessore ai Trasporti Pierfrancesco Maran ha chiesto ai tassisti di rinnovare la propria professione. Mercoledì è poi apparso uno striscione dai toni piuttosto forti e volgari davanti all’abitazione di Benedetta Arese Lucini, AD di Uber Italia.

Nel frattempo, anche a Torino i tassisti hanno confermato di voler scioperare il prossimo 17 febbraio contro Uber, che ha raggiunto un fatturato di 10 miliardi di dollari in meno tempo di Facebook. Il sindaco di Torino, Piero Fassino, ha sottolineato come il problema della regolamentazione dell’app sia di carattere nazionale: “Trattandosi, in ogni caso, di una vicenda non solo locale, come presidente dell’Anci ho richiesto un incontro al Governo perché si adotti una stessa linea di condotta su tutto il territorio nazionale”.

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