Per chi soffre di depressione il tempo scorre molto più lentamente di quanto non avvenga in realtà: la sensazione è quella di una percezione dilatata e soggettiva

Ad affermarlo è uno studio pubblicato sulle rivista Journal of Affective Disorders e condotto da un team di psicologi della Johannes Gutenberg University a Mainz, in Germania, guidati dal dottor Daniel Oberfeld-Twistel.

In grado di valutare intervalli temporali

Chi soffre di depressione, che si potrà diagnosticare anche con un esame del sangue, secondo la ricerca non è in grado di definire un determinato intervallo temporale, soprattuto se breve, ma possiede una percezione oggettiva del tempo.
Gli studiosi hanno analizzato 16 studi precedenti sulla percezione del tempo nella depressione, esaminando in particolare i dati relativi a 433 pazienti depressi e a 485 volontari sani facenti parte del gruppo di controllo.

E’ emerso che i depressi avevano una percezione del tempo più lenta, mantenendo comunque la capacità di valutare oggettivamente intervalli di tempo precisi: per esempio veniva chiesto loro di valutare la lunghezza di un film in minuti, premere un tasto per cinque secondi o capire la durata di due diversi suoni.
Il dato preoccupante è che gli italiani peggiorano ogni anno in salute mentale, secondo lo studio effettuato dall’Istat denominato «Tutela della salute e accesso alle cure».

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Sempre più giovani depressi

Il numero di individui che soffre di depressione è di ben 2,6 milioni. L’indice che definisce la salute mentale delle persone è sceso di 1,6 punti dal 2005. A risentirne sono soprattutto i più giovani, fino a 34 anni d’età, per i quali l’indice è sceso di 2,7 punti, prevalentemente di genere maschile, e gli adulti tra i 45 e i 54 anni, con una diminuzione del -2,6. Il Rapporto Osservasalute 2013 aveva evidenziato un calo di depressione e uso di psicofarmaci tra gli italiani.
A complicare il quadro e ad aggravarlo ci sono poi crisi economica e disoccupazione, nonché il lavoro precario, che hanno tolto 2,3 milioni di posti di lavoro nella fascia 18-34, non a caso quella più interessata dal disturbo psichico.