IBM investe in Italia e punta sui data center

I data center cloud di IBM, ambienti IT di nuova generazione sempre più vicini alle aziende italiane

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Enrico Cereda, general manager Global Technology Services di IBM Italia

A cura di Enrico Cereda, general manager Global Technology Services di IBM Italia

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In Italia, il cloud computing – specie nella sua componente public – si sta rivelando come una delle aree più promettenti in fatto di crescita. A testimoniarcelo, ormai da tempo, ci sono l’interesse manifestato da aziende di ogni settore d’industria e dimensione e il dato oggettivo di un aumento della spesa.

IBM ha deciso di rispondere alle esigenze del mercato locale con un segnale di fiducia nei confronti del Paese e delle sue potenzialità di innovazione. E lo ha fatto con un investimento tecnologico e finanziario importante proprio per realizzare un nuovo data center di SofLayer, che sta sorgendo nell’area milanese e che sarà pronto tra meno di tre mesi.

Secondo autorevoli analisti, le imprese italiane hanno finalmente superato quella diffidenza mostrata sino a pochi anni fa. La maggior parte dei CIO e dei responsabili IT intervistati dalla School of Management del Politecnico di Milano, nell’ambito dell’Osservatorio “Cloud & ICT as a Service”, sembra non nutrire più dubbi nella scelta se ricorrere o meno a soluzioni di public cloud. La domanda, semmai, è “come adottarlo”.

IBM ritiene che ciò a cui le organizzazioni dovrebbero puntare è un sistema informativo aziendale ibrido, in grado di far convivere i sistemi “on premise” con quelli cloud, gestendo nel contempo una progressiva transizione e una trasformazione sempre più spinte verso quest’ultimo.

Il ruolo del CIO, oggi, è sempre più quello di orchestrare e gestire un insieme di servizi interni ed esterni tra loro integrabili da una infrastruttura in grado di abilitare e sfruttare al meglio quanto disponibile sul cloud pubblico. La possibilità̀ di utilizzare in maniera trasparente diversi servizi infrastrutturali (interni e esterni), migrando con facilità fra gli uni e gli altri, è oggi una caratteristica importante delle più moderne infrastrutture. Essa è destinata a diventare sempre più concreta grazie all’imporsi di standard di interoperabilità e a data center che devono essere sempre più di tipo “Software Defined”.

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Con Software Defined Environment, IBM identifica proprio la visione su questi modelli di infrastruttura IT: composti da server, storage e networking, gestibili via software e in grado di integrarsi. E, naturalmente, SoftLayer ne è l’abilitatore chiave.

E’ in questo contesto evolutivo che si colloca la continua espansione della rete globale di data center SoftLayer. Dopo aver speso 2 miliardi di dollari nel 2013 per l’acquisizione della società, IBM ha investito 1,2 miliardi nel corso del 2014 per ampliare la rete di data center su scala mondiale. Il trend è destinato a proseguire lungo il 2015 con l’apertura, nei prossimi mesi, di strutture in Australia, Canada, India e, appunto, nel nostro Paese.

Peraltro, va ricordato che IBM ha già un’importante rete di infrastrutture per il cloud computing – Italia compresa – come dimostrano i 40 data center distribuiti in tutto il mondo.

Una presenza capillare di questo tipo ha consentito a IBM una prossimità ai clienti praticamente su ogni mercato anche per sostenerli nell’adeguamento alle legislazioni e alle normative sulla privacy dei dati in vigore nei diversi Paesi, tema su cui l’attenzione in Europa è elevata.

Tutto ciò ci pone ora in una posizione di vantaggio rispetto ad altri player. Perchè ciò che ora siamo in grado di offrire alle imprese italiane, indipendentemente dalla dimensione e dalla tipologia di business, è un duplice vantaggio: da un lato l’apertura verso i mercati internazionali, dall’altro la piena disponibilità del portafoglio SoftLayer a livello locale. Il risultato è che ogni azienda può crearsi un cloud pubblico, privato o ibrido in linea con il suo ambiente infrastrutturale e nel pieno rispetto di normative e regolamenti in materia di sicurezza e privacy dei dati.

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La rete globale di data center IBM, della quale fa parte anche il polo di eccellenza italiano che conosciamo come IBM Campus, si basa su tecnologia all’avanguardia con cui vengono garantiti scalabilità, tempi rapidi di adattività dei sistemi e disponibilità continua.

Situato nell’area milanese, il Campus è da anni una “best practice” internazionale. Un unico data center logico, costituito da 4 data center fisici, connessi ad alta velocità con elevatissimi livelli di sicurezza, automazione, efficienza energetica, affidabilità e modularità. Il Campus è interconnesso, attraverso una rete privata, a tutte le altre strutture della rete globale di data center IBM. In particolare, per il polo milanese, il collegamento globale è facilitato dalla vicinanza al Milan Internet eXchange (MIX) che permette l’interconnessione tra operatori nazionali e internazionali e l’accesso alla “Big” Internet. Il nuovo cloud data center è ai massimi livelli di resilienza, ed è classificato Tier 4 per “reliability level”.

Ed è qui che, da fine maggio, andrà a integrarsi la nuova struttura, rappresentando la porta d’ingresso italiana verso la rete globale cloud di SoftLayer che, dalla sua acquisizione, è cresciuta del 100 percento.

Imprese e istituzioni si stanno trasformando per poter competere nel nuovo scenario digitale. Uno scenario in cui la crescente quantità di dati – di tipo strutturato e non -, il ricorso agli analytics e la loro disponibilità via mobile computing richiedono infrastrutture flessibili, rapidamente adattive e disponibili con continuità. Caratteristiche, queste, che il data center cloud di IBM Italia contribuirà a potenziare sul nostro mercato. A beneficiarne, come detto, saranno un numero crescente di imprese e istituzioni che guardano alla nostra capacità di sostenere l’innovazione a 360 gradi. In particolare, le piccole e medie imprese italiane che potranno, grazie alle soluzioni di Infrastructure as a Service e Software as a Service, avviare progetti di trasformazione dei loro modelli di business, potendoli affrontare con investimenti limitati, riducendo i rischi e con tempi mai pensati in passato. E in questo contesto l’intero ecosistema dei nostri partner darà un sostanziale contributo: grazie al portale di Intesa, an IBM company, i partner potranno infatti avvalersi della piattaforma cloud di SoftLayer per offrire direttamente al mercato le proprie soluzioni.

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