Buone notizie per chi ha subito un trapianto di midollo osseo: a Bologna è stata introdotta una nuova terapia cellulare che scongiura le complicanze post-operatorie

Tutto diventa più semplice dopo l’operazione, con il programma approntato dallo studio “TreGeneration” condotto dal Policlinico Sant’Orsola di Bologna: arriva per la prima volta in Italia una terapia cellulare che impiega i linfociti “T reg” al posto degli immunosoppressori, spesso nocivi per la salute. Lo scopo è quello di eliminare o comunque alleviare le complicanze post-trapianto, obiettivo per il quale l’Unione europea ha stanziato sei milioni di euro.

“La parte del finanziamento che arriverà al nostro laboratorio – spiega Mario Arpinati, responsabile del progetto di ricerca – ci consentirà di essere il primo Centro in Italia a poter implementare un programma di terapia cellulare con linfociti T reg per riuscire a curare senza farmaci tossici le complicanze dei trapianti”.

Ridurre le complicazioni e i rigetti

Si tratta di un importante passo avanti nel trattamento post-trapianto di midollo osseo, che è ancora l’intervento più efficace per numerose patologie ematologiche come le leucemie, ma che spesso comporta conseguenza anche gravi, in più di due casi su dieci. Una di queste complicazioni è la cosiddetta “malattia del trapianto verso l’ospite” (Gvhd, Graft versus host disease), per la quale le cellule immunitarie del donatore riconoscono come estranei i tessuti del paziente che ha ricevuto le cellule e li attacca, colpendo così pelle, mucosa e organi interni. Ricordiamo che lo scorso giugno al Bambin Gesù di Roma è stato introdotto un nuovo protocollo che prevede, in caso di assenza di donatori compatibili, il trapianto del midollo dai genitori ai figli.

La nuova terapia introduce invece i linfociti “T reg”, per cercare di limitare l’azione dannosa operata dalle difese immunitarie sull’organismo. Questo tipo di linfociti, scoperti negli anni Novanta, regolano le risposte immunitarie limitando reazioni troppo severe dell’organismo. Nell’arco dell’ultimo anno, si è riusciti a moltiplicare questi linfociti fino a 500 volte in meno di tre settimane, senza rischi.

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