USA: milioni di dollari spesi nell’acquisto di programmi hacker

L’accusa è del gruppo Privacy International e di Vice Motherboard che spiegano come ci sia un team italiano dietro la fornitura dei tool informatici spia

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Ci sarebbe l’Italia dietro le capacità investigative della DEA, la Drug Enforcement Administration e dell’Esercito degli Stati Uniti secondo Privacy International e Vice Motherboard. Si tratterebbe dell’Hacking Team, un’azienda italiana che attraverso il rivenditore americano Cicom USA avrebbe fornito ai soggetti tutti gli strumenti necessari per hackerare sistemi informatici di sospettati e proseguire così indagini e rilevazioni. Il gruppo di ricercatori di sicurezza Citizen Lab ha mostrato come l’Hacking Team abbia inviato in passato un malware su smartphone verso diversi paesi tra cui il Messico, il Marocco, la Malesia e l’Ungheria per scopi specifici.

Trend crescente

La notizia getta però ulteriori dubbi sull’azienda italiana che avrebbe agito non solo nel proprio interesse economico ma anche con lo scopo di migliorare le tecniche utilizzate dai due corpi di polizia per accelerare sulla risoluzione di casi complessi. Secondo gli esperti è solo questione di tempo perché tool più avanzati di sorveglianza arrivino nelle mani degli organi di polizia locali. Del resto non è strano che non sia un laboratorio interno ad averli creati ma una compagnia terza in grado di monetizzare lo sviluppo di software che non sono per niente un giocattolo anzi servono, o almeno dovrebbero, per rendere la società un posto migliore. Anzi secondo le organizzazioni americane per i diritti civili molti organi sarebbero già in possesso di software avanzati per lo spionaggio; stando a quanto afferma la ACLU, American Civil Liberties Union, sarebbe strano se programmi di ultima generazione non fossero già in dotazione a reparti speciali che però non hanno alcun interesse a comunicarne l’utilizzo.

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