Uno studio canadese dell’Università di Montreal ha messo in luce i rischi legati al trascorrere troppe ore giocando ai videogiochi, che favorirebbero l’insorgenza del morbo di Alzheimer

La ricerca punta l’indice contro i moderni videogiochi, che secondo gli psichiatri produrrebbero una serie di disturbi neurologici, a causa del repentino e massiccio aumento di adrenalina che generano nell’organismo di chi sta giocando. E’ proprio l’adrenalina ad influire sui livelli di serotonina, con conseguenze preoccupanti.
In base ad un test condotto su 26 giocatori abituali e 33 non giocatori è emersa la capacità dei videogiochi di interagire con la normale costituzione dell’ippocampo, con una conseguente riduzione di materia grigia che potrebbe portare allo sviluppo di patologie neurodegenerative come l’Alzheimer, di cui è stata scoperta la causa. La mania del videogioco dilaga e di recente sono scoppiate molte polemiche in Rete riguardo al sessismo che ha investito il mondo dei videogiochi, che vedono sempre più donne attive nell’uso delle consolle.

Una pausa di 5 minuti all’ora

I videogiochi, soprattutto quelli con un alta carica di violenza e azione, aumentano lo stress e comportano una costante riduzione dell’attività cerebrale localizzata nell’ippocampo, riducendo quest’area dal punto di vista fisico e favorendo lo sviluppo di patologie che alterno l’equilibrio psichico dei soggetti.
Ancora non ci sono conferme certe del nesso tra riduzione dell’ippocampo e insorgenza di Alzheimer, però la ricerca pubblicata sulla rivista Proceedings of the Royal Society B. mette in guardi soprattutto il popolo di videogiocatori incalliti, sui rischi legati ad un’attività protratta negli anni.
Per questo motivo gli esperti consigliano di intervallare i momenti di gioco con piccole pause, in modo da non stressare troppo l’organismo. L’ideale sarebbe una sosta di 5 minuti ogni ora, cercando di limitare le sessioni troppo lunghe di gioco.

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