Sono invisibili ma pullulano sul nostro viso: gli acari, secondo uno studio americano, vivono e si nutrono sul volto umano

Dopo la scoperta raccapricciante che gli smartphone sono un ricettacolo impressionante di germi, una ricerca della North Carolina State University di Raleigh  ha rilevato che il Demodex follicolorum e il Demodex brevis sono ufficialmente ospiti (anche se indesiderati) delle nostre facce. I primi si trovano all’interno dei pori e dei follicoli piliferi, i secondi invece abitano più in profondità, all’interno delle ghiandole sebacee.

Minuscoli vermi

Si tratta di animaletti simili a minuscoli vermi, che probabilmente hanno trovato sul volto umano l’habitat ideale dove procacciarsi nutrimento. E’ ipotizzato infatti che si nutrano dei batteri collegati alla pelle o che mangino le cellule epiteliali morte o i grassi contenuti nel sebo prodotto dalle ghiandole. Gli studiosi pensano che gli acari vivano sull’uomo da quando si evoluto dagli ominidi: una presenza millenaria, che potrebbe aiutare a comprendere meglio anche la natura della nostra evoluzione e la nostra risposta alle malattie.

Muoiono di colpo, esplodendo

La coordinatrice della ricerca Megan Thoemmes spiega: “abbiamo filmato una femmina di Demodex che deponeva un uovo sul bordo del poro nel quale viveva. Le loro uova sono molto grandi, da un terzo a metà delle dimensioni del loro corpo e per questa ragione è presumibile che ne depongano una alla volta”.
Una caratteristica apparentemente positiva di questi acari è che sono privi di ano, cosa che indurrebbe a credere che almeno non lascino “scorie” sparse sulle nostre guance.
In realtà il loro ciclo vitale prevede che esplodano, rilasciando di colpo tutto ciò che hanno assorbito durante la loro vita. Al di là del disgusto che il pensiero di avere in faccia questi minuscoli vermi potrebbe suscitare, pare che gli acari non causino problemi alla salute. Tuttavia c’è almeno una patologia dermatologica dovuta agli acari, l’acne rosacea: una forma di dermatite che si manifesta con eritemi, teleangectasie e lesioni infiammatorie.
Sul volto di chi ne è affetto la concentrazione di Demodex passa da 1 o 2 per centimetro quadrato di pelle a 10 o 20. Proprio il rilascio di tossine e batteri associato alla loro morte potrebbe costituire un fattore infiammatorio.

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