L’abitudine al “multitasking” è il motivo principale per cui l’uso frequente di dispositivi quali tablet e smartphone riduce la nostra capacità di concentrazione, dandoci una soglia di attenzione simile a quella dei pesci rossi

Ad affermarlo è una ricerca condotta da Microsoft in Canada, che ha evidenziato come la tendenza a passare rapidamente da un’informazione all’altra saltando dalla posta elettronica a Facebook, mentre si chatta su WhatsApp, danneggia la facoltà del cervello di concentrarsi. In particolare, gli studiosi hanno rilevato che l’uso continuo di device come i tablet e gli smartphone abbassano drasticamente la nostra soglia di attenzione, portandola ad un livello (8 secondi) simile a quello dei pesci rossi. Era già noto da precedenti ricerche che questi apparecchi elettronici alterano il sonno, inducendo anche nei più piccoli la cosiddetta insonnia da hi-tech. Senza contare che smartphone e tablet sono un vero e proprio ricettacolo di germi, molti dei quali sono presenti anche nel nostro corpo: questi dispositivi sono così sporchi e infestati dai batteri che i genitori dovrebbero pensarci due volte prima di farli usare ai propri bambini.

Abbiamo l’attenzione di un pesce rosso

Lo studio è stato condotto su un campione di 2mila intervistati e 112 soggetti canadesi che si sono sottoposti a elettroencefalogramma. Nel giro di 15 anni il tempo medio di concentrazione di un uomo è sceso di quattro secondi, passando dai 12 del 2000 agli otto di oggi.
Si tratta di un “crollo” evidenziabile nel lungo termine, che ci consente comunque di compiere diverse azioni contemporaneamente e di avere più di un pensiero alla volta. Un vantaggio del pensiero “multitasking” è d’altra parte la capacità di catalogare e scegliere le informazioni più velocemente rispetto a quanto eravamo abituati a fare in passato.

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