Amazon: come è umano questo fattorino

In barba alle indiscrezioni sui droni e le consegne meccaniche, il gigante del commercio elettronico pensa ad una consegna stile Uber

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Crowd all’ennesima potenza. Se nell’era del 2.0 la rete degli utenti è fatta dagli stessi utenti, la nuova epoca, quella definita come 3.0, vede una netta integrazione tra i trend digitali e le necessità quotidiane. Ed ecco che gli stessi fruitori dei servizi web diventano non solo creatori di contenuto ma anche vettori, sia degli stessi contenuti che di oggetti fisici, organici per dirla sociologicamente. Accade allora che Amazon pensi proprio ai suoi clienti come fattorini per i prodotti in vendita sulla piattaforma in una sorta di Uber delle consegne.

Sulla mia strada

Secondo le indiscrezioni, il servizio di Amazon si chiamerebbe “On my way”, e dovrebbe prevedere anche l’affitto di locali specifici dove depositare gli oggetti comprati online. La buona notizia è duplice: da un lato Amazon taglierebbe i costi di consegna, dall’altro permetterebbe a persone comuni di trasformarsi in fattorini e arrotondare sullo stipendio mensile, avendo un controllo diretto sulle consegne locali e internazionali. La rete permetterebbe alla società di Seattle di spingersi verso il settore dei servizi privati offerti alla popolazione proprio come Uber e sulla falsariga di quanto Google ha cominciato a fare nei primi di maggio negli Stati Uniti, con la consegna di cibo a domicilio, anche questo un derivato di Uber: Eats.

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