In Europa si decide il post Prism

L’Unione fa un passo decisivo verso l’adozione di una normativa unica in difesa dei diritti digitali dei cittadini europei

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Il General Data Protection Regulation (GDPR) darà ai cittadini europei maggior controllo su ciò che succede ai loro dati personali quando vengono diffusi tramite servizi in rete. Il testo del GDPR è stato proposto dalla Commissione Europea nel 2012 come risposta allo scandalo Prism e nell’ottica di sostituire la Data Protection Directive del 1995. I ministri europei hanno accettato nella giornata di ieri la proposta normativa europea che dovrebbe blindare eventuali illeciti da parte di compagnie internazionali ai danni degli utenti della UE. La legge obbligherà le compagnie non europee a rispettare la legge unica che rappresenta solo il primo passo verso la creazione di un mercato digitale unico, come sottolineato dalla Commissione lo scorso mese.

Diritto all’oblio

Un punto cardine della normativa GDPR è il diritto all’oblio. Il testo prevede infatti che le compagnie notifichino agli utenti in maniera chiara e trasparente dove sono presenti i loro dati, qualora richiesto, e se sono stati oggetto di azioni da parte di hacker. Le autorità nazionali per la protezione delle informazioni personali potranno imporre sanzioni fino a 1 milione di euro o pari al 2% del fatturato annuo globale di un’azienda se dovesse violare la legge europea in via di definizione. Věra Jourová, commissario europeo per la giustizia e la parità di genere ha detto: “Oggi facciamo un grande passo verso lo sbarco dell’Europa nell’età digitale. I cittadini e i servizi professionali potranno contare su  una legge efficace che tiene il ritmo dei cambiamenti tecnologici. Sono convinta che possiamo raggiungere un accordo finale con il Parlamento Europeo e il Consiglio entro la fine dell’anno”.

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