L’FBI e quei 18 milioni di dollari guadagnati dai cybercriminali

Il centro di competenza informatica dell’autorità spiega come i crypto ransomware abbiano fruttato milioni ai criminali informatici ai danni di aziende e privati

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Un’occupazione pericolosa ma anche fruttuosa, tremendamente fruttuosa. Quella del criminale informatico è una posizione lavorativa molto ricercata soprattutto dai più giovani che vedono nelle loro competenze informatiche la possibilità di guadagnare somme solo lontanamente paragonabili a quelle di un lavoro onesto. Secondo l’Internet Crime Complaint Center (IC3) dell’FBI, una delle minacce più pericolose e remunerative per i cybercriminali sono i crypto ransomware, ovvero la crittografia di dati personali conservati in locale o su server e la richiesta di un ricatto successivo per lo sblocco, ottenibile attraverso l’invio di una chiave per la decriptazione.

Aumento delle minacce

In passato l’azienda Symantec aveva stimato in un 3% la media delle persone decise a pagare varie somme, da poche a centinaia di dollari, per riavere le informazioni personali, mentre con il tempo, anche a causa della diffusione del famoso malware CryptoLocker, le vittime sono aumentate in maniera esponenziale con la convinzione che si fa prima a pagare il riscatto per riottenere i propri dati che a denunciare il tutto e aspettare che sia la Polizia ad intervenire.

I nuovi dati

Il 2015 non sarà di certo un anno magro per i cracker: stando all’FBI  circa 992 vittime della minaccia CryptoWall negli USA hanno fruttato più di 18 milioni di dollari ai criminali; una cifra secondo gli agenti ben inferiore a quella reale che si otterrebbe sommando quelle pagate dai non denuncianti che pagano direttamente attraverso le istruzioni allegate alle email che avvisano dell’avvenuta crittografia dei dati personali. “Al momento CryptoWall 3.0 è la più avanzata minaccia malware a livello globale – ha detto ad Ars Technica Stu Sjouwerman, CEO di KnowBe4 – i numeri dell’FBI sono già di per sé spaventosi, ma bisogna andare oltre considerando chi non denuncia e il numero di infezioni che richiedono pagamenti minori ma pur sempre remunerativi per i cracker”. La soluzione non è semplice, l’FBI consiglia l’utilizzo di antivirus aggiornati, firewall e una corretta informazione verso cittadini e dipendenti nel cliccare e scaricare file contrari alle policy aziendali. Sono proprio le aziende infatti la fonte principale di guadagno per i criminali e quelle che preferiscono dar seguito alle richieste di riscatto piuttosto che aspettare l’intervento delle forze dell’ordine per non perdere ore e giorni lavorativi.

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